Si è spento Gino Strada, Emergency: "È morto felice"
L'associazione umanitaria affida a Facebook il ricordo di Gino Strada riprendendo proprio le sue parole: “I pazienti vengono sempre prima di tutto”
A 73 anni è morto il fondatore di Emergency Gino Strada. Oggi, su La Stampa, il suo ultimo articolo intitolato "Così ho visto morire Kabul". "La guerra all’Afghanistan è stata - né più né meno - una guerra di aggressione iniziata all’indomani dell’attacco dell’11 settembre, dagli Stati Uniti a cui si sono accodati tutti i Paesi occidentali", si legge nel sommario.
Il 24 febbraio 2006 Gino Strada era stato ricevuto in udienza dai Capitani Reggenti. A presentarlo gli allora Segretari di Stato alla Sanità Rossini e agli Esteri Berardi. "La Repubblica apprezza molto l’attività e l’impegno di Emergency - aveva detto il responsabile degli Esteri - e quando l’istituto Nobel di Oslo ha richiesto di esprimere una candidatura per il Nobel per la Pace l’ufficio di Presidenza del Consiglio ha proposto proprio Emergency". La stessa mattina anche l'incontro con Csdl.
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Nato a Sesto San Giovanni il 21 aprile 1948, all'anagrafe Luigi, Strada si era laureato in Medicina e Chirurgia all'Università Statale di Milano nel 1978, per poi specializzato in Chirurgia d'Urgenza. Dopo essersi specializzato in chirurgia cardiopolmonare negli Stati Uniti durante gli anni Ottanta, nel 1988 si indirizza verso la chirurgia traumatologica e la cura delle vittime di guerra. Tra il1989-1994 lavora con il Comitato internazionale della Croce Rossa in varie zone di conflitto: Pakistan, Etiopia, Perù, Afghanistan, Somalia e Bosnia ed Erzegovina. Da questa esperienza nasce Emergency, fondata da Gino Strada insieme alla moglie Teresa e a un gruppo di colleghi. L'associazione umanitaria internazionale impegnata nella riabilitazione delle vittime della guerra e delle mine antiuomo dalla sua fondazione nel 1994 ha fornito assistenza gratuita milioni di pazienti. Con l'Ong nata 25 anni fa il chirurgo ha promosso la costruzione di ospedali e posti di primo soccorso in 18 Paesi nel mondo.
"Amici, come avrete visto il mio papà non c'è più. Non posso rispondere ai vostri tanti messaggi che vedo arrivare, perché sono in mezzo al mare e abbiamo appena fatto un salvataggio. Non ero con lui, ma di tutti i posti dove avrei potuto essere...beh, ero qui con la ResQ - People saving people a salvare vite. È quello che mi hanno insegnato mio padre e mia madre. Vi abbraccio tutti, forte, vi sono vicina, e ci sentiamo quando possiamo", ha scritto Cecilia, figlia di Gino Strada, sul proprio profilo Facebook.
E la stessa Emergency fa proprie le parole del fondatore: “I pazienti vengono sempre prima di tutto”, scrive in un breve post sui social network. "Il senso di giustizia, la lucidità, il rigore, la capacità di visione: erano queste le cose che si notavano subito in Gino. E a conoscerlo meglio si vedeva che sapeva sognare, divertirsi, inventare mille cose. Non riusciamo a pensare di stare senza di lui, la sua sola presenza bastava a farci sentire tutti più forti e meno soli, anche se era lontano. Tra i suoi ultimi pensieri, c’è stato l’Afghanistan, ieri. È morto felice. Ti vogliamo bene Gino".
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