TRAGEDIA

Si uccide in università: le amiche, ci sentiamo solo numeri

Si uccide in università: le amiche, ci sentiamo solo numeri.

"Non possiamo tacere davanti all'ennesima giovane che mette fine alla propria vita a causa del proprio percorso universitario. Ci viene chiesto perennemente di ambire all'eccellenza, ci viene insegnato che il nostro valore dipende solo ed esclusivamente dai nostri voti. Questo sistema universitario continua e continuerà ad uccidere. Serve prevenire, serve costruire un sistema accademico ed universitario in grado di insegnarci che non siamo numeri ma persone". E' un passaggio della lettera - diffusa dall'Unione degli universitari - scritta da alcune studentesse dello Iulm che avevano conosciuto la giovane che si è suicidata nelle ore scorse a Milano.

La lettera chiede rispetto per quanto avvenuto e sollecita una profonda riflessione sulle motivazioni che hanno spinto ad un gesto così estremo. "Tempo, una costante nella vita dei giovani, che studino o meno. La pressione che non viene mai alleviata. Togliersi la vita però non è dovuto da una decisione momentanea. Non ci si impiega certo tre minuti. No, è il risultato di un carico che si porta da mesi, o anni che la società ci butta addosso senza mai voltarsi indietro a controllare il nostro stato di salute. Non ci si può fermare mai. Neanche davanti a un atto tragico che non coinvolge solo la sfera personale, ma più che mai sociale. Siamo costantemente costretti a soddisfare delle aspettative, raggiungere dei numeri. Altrimenti sei lasciato indietro, fuori dal sistema, non vali abbastanza. Al fianco delle studentesse della Iulm, al fianco di chi si sente oppressa o oppresso".

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