Sindaca Santarcangelo: “Continueremo la trascrizione per le famiglie omogenitoriali”
Per Alice Parma non ci sono le condizioni per interrompere il riconoscimento di “un diritto che prima di tutto è del fanciullo”. E critica anche la scelta di far decidere i Comuni su questioni di simile importanza
“Anche prima che la recente sentenza della Corte di Cassazione riportasse a livello nazionale il dibattito sulla registrazione in anagrafe di bambini nati da coppie omogenitoriali, sindaci e sindache di diversi Comuni d’Italia hanno fatto senza troppo clamore quello che ritenevano giusto, con il solo obiettivo di tutelare sopra tutto l’interesse superiore dei bambini. Seguendo l’esempio di altri Comuni della Regione, come Bologna, negli scorsi anni anche a Santarcangelo abbiamo effettuato la registrazione in anagrafe di bambini nati da coppie omogenitoriali, per la precisione due, tra il 2019 e il 2022”. A specificarlo, in un post, Alice Parma, sindaca Pd di Santarcangelo di Romagna, l'unico Comune della Provincia di Rimini che continuerà la trascrizione dei figli "per le famiglie omogenitoriali composte da due madri" nonostante lo stop della Cassazione e di una circolare ministeriale.
"Non credo che ci siano le condizioni per interrompere il riconoscimento di un diritto che prima di tutto è del fanciullo, come è sancito dalla Convenzione europea dei diritti del fanciullo e soprattutto dall'ordinamento internazionale e dalla Convenzione di New York", ha spiegato la sindaca del comune romagnolo. "In quanto sindaci siamo responsabili anche della tutela dei diritti delle persone che non possono ovviamente essere tutelate senza il nostro intervento".
"Abbiamo agito nel rispetto delle regole", prosegue la prima cittadina rispondendo a chi gli chiede se la sua sia disobbedienza civile. "Tutte le nostre trascrizioni sono state trasferite alle procure e quindi abbiamo eseguito quello che in questo momento ci consente di fare l'ordinamento", specifica. L'attacco ai diritti da parte del governo "purtroppo lo vediamo sotto tanti aspetti", afferma Parma. "Penso ci sia la scelta chiara di buttare questo argomento all'interno dell'opinione pubblica per non parlare dei problemi di questo Paese che noi sindaci affrontiamo tutti i giorni".
La sindaca chiede "una legge dello Stato affinché possa determinare ciò che i trattati internazionali dicono". "Credo che, al pari di forme di riconoscimento che tutelano la famiglia, ci debba essere anche questa forma di riconoscimento che tutela i figli".
E “crediamo – conclude Parma – che “il diritto non sia la tutela di qualcuno a discapito di qualcun altro, ma la capacità di tenere insieme i diritti di tutti a prescindere dalle situazioni specifiche: per questo, è inaccettabile che debbano essere i Comuni che, a macchia di leopardo, decidono su questioni di simile importanza”. E con queste parole spiega il perché abbia firmato l’appello "DisObbediamo" dell'Associazione Famiglie Arcobaleno, destinato ai sindaci per il riconoscimento dei figli e delle figlie di coppie omogenitoriali.
[Banner_Google_ADS]