CARABINIERI

Smantellata vasta rete di spaccio tra Pesaro, Urbino e Rimini. I particolari

Un'attività di spaccio ben organizzata che copriva diverse aree della Provincia di Pesaro e Urbino, oltre a estendersi alla provincia di Rimini con un giro d'affari di centinaia di migliaia di euro quella scoperta dai Carabinieri della Compagnia di Urbino, supportati dai colleghi di Pesaro, Riccione e dal Nucleo Cinofili di Pesaro. Tra le undici misure cautelari (6 in carcere, 4 agli arresti domiciliari e 1 obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria) emesse dal Gip del Tribunale di Urbino, su richiesta della Procura, quella di un 22enne di origine macedone arrestato a Colli al Metauro; quattro uomini di origine marocchina di 39, 30, 27 e 24 anni.

L'operazione è frutto di una complessa indagine e rappresenta un colpo significativo contro un gruppo di individui - 35 complessivamente gli indagati -, sui quali già pesavano precedenti penali legati al traffico di stupefacenti. I destinatari delle misure cautelari sono uomini di età compresa tra i 25 e i 45 anni, di diverse nazionalità, principalmente italiana, marocchina e macedone, tutti residenti nella provincia di Pesaro e Urbino, a parte due residenti nella provincia di Rimini.

Tutti sono stati condotti presso le case circondariale di Pesaro e Rimini. Le indagini hanno permesso di ricostruire oltre 150 episodi di spaccio nei comuni di residenza dei diversi spacciatori; in primis Urbania, Sant'Angelo in Vado, Piandimeleto, Belforte all'Isauro, Lunano, Sassocorvaro, Macerata Feltria, Piobbico e Acqualagna.

La seconda area di spaccio interessava i comuni di Pergola, Cagli, Fossombrone, Colli al Metauro, Fano e Pesaro.

Anche nella terza area, comprendente i comuni di Petriano, Vallefoglia, Tavullia, Sassocorvaro e Montecalvo in Foglia, le attività investigative hanno documentato numerosi incontri e cessioni di stupefacenti. Per le indagini sono state utilizzate tecniche investigative avanzate e complesse, tra cui intercettazioni telefoniche e ambientali, riprese video e servizi di osservazione, controllo e pedinamento. Il gruppo utilizzava anche comunicazioni criptate e utilizzava nascondigli in aree isolate.

Numerosi anche gli acquirenti identificati.

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