BOLOGNA

Strage del Pilastro: i familiari commemorano e chiedono desecretazione degli atti

Commemorazione dell'eccidio ad opera della banda della Uno Bianca. Le famiglie delle vittime chiedono verità

E' la sera del 4 gennaio del 1991 quando una pattuglia dei Carabinieri viene attaccata mentre percorre via Casini, al Pilastro a Bologna. Muoiono 32 anni fa Otello Stefanini, Mauro Militini e Andrea Moneta in quello che ancora oggi i familiari definiscono un “agguato, studiato e premeditato, per il quale bisogna cercare complici e mandanti”.  24 omicidi e 102 feriti tra Bologna, la Romagna e le Marche per mano armata del gruppo criminale capeggiato dai fratelli Savi e composto prevalentemente da poliziotti. 

“Una inchiesta fatta di depistaggi e indagini sbagliate”, dunque “da riaprire” per i familiari, che oggi commemorano e, nel chiedere verità da opporre a “numerose ombre e troppi misteri” tornano ad annunciare un esposto e la richiesta al Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, la desecretazione degli atti. E' la Presidente dell'Associazione che riunisce i familiari delle vittime Rosanna Zecchi a dire no a permessi speciali per uscire dal carcere, con riferimento al beneficio per riabilitazione di cui gode Alberto Savi, il più giovane dei tre fratelli, (tutti condannati all'ergastolo). Contro i benefici ai Savi anche Andrea De Maria, della Presidenza del Gruppo PD alla Camera, che richiama il dovere delle istituzioni: “verificare approfondimenti delle immagini - dice - garantire certezza della pena agli assassini”.

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