Traffico internazionale di Fentanyl: sette arresti, la mente a Piacenza
Operazione della Guardia di Finanza. Per un 51enne piacentino in arrivo anche una richiesta di estradizione dagli Stati Uniti perché l'oppioide sintetico avrebbe ucciso alcuni mesi fa un ragazzo
La Guardia di finanza di Piacenza, nei giorni scorsi, nell'ambito di indagini coordinate dalla Procura, ha eseguito sette custodie cautelari in carcere nei confronti di altrettante persone coinvolte, a vario titolo, in attività di traffico internazionale di stupefacenti, Fentanyl, fabbricazione e immissione, sul mercato, di valuta contraffatta e riciclaggio.
La mente di tutta l'organizzazione, per l'accusa, è Giancarlo Miserotti, piacentino di 51 anni, definito dal procuratore Grazia Pradella “un criminale senza scrupoli, che è riuscito a destreggiarsi abilmente nel mondo dell'acquisto e del traffico degli stupefacenti. Lui sapeva di diffondere un composto chimico che aveva avuto effetti letali". Si tratta di un noto falsario, già finito nei guai in passato. La prima accusa è quella di aver coniato euro e franchi svizzeri falsi e di averli immessi in circolo soprattutto all'estero. L'altra è il traffico internazionale di sostanze stupefacenti, in particolare Fentanyl, una oppioide sintetico che - sempre per usare le parole della procura di Piacenza - "produce sul corpo umano effetti devastanti. In America è diventata una piaga sociale".
Stando a quanto ha riferito la Guardia di Finanza, il piacentino avrebbe fatto da tramite tra la Cina e l'America per l'approvvigionamento di questa sostanza a favore di una gang di oltre oceano che poi la spacciava al dettaglio. Tutte queste attività avrebbero fruttato al 51enne centinaia di migliaia di euro pagati in criptovalute, e quindi difficilmente tracciabili.
Ma c'è dell'altro: il pm Matteo Centini, che ha coordinato l'indagine, ha spiegato infatti che è in arrivo dall'America una richiesta di estradizione perché una overdose di Fentanyl avrebbe ucciso alcuni mesi fa un ragazzo negli Stati Uniti.
Insieme a Miserotti altre sei persone sono state arrestate, anche loro accusate a vario titolo di traffico internazionale di stupefacenti, fabbricazione e immissione, sul mercato, di valuta contraffatta e riciclaggio.
Spiegata anche l'attività di falsario: l'indagato aveva allestito nella propria abitazione un laboratorio “composto da stampanti, tornio, presse idrauliche, fornaci, crogioli per fusione e clique per la realizzazione di monete dall'altissimo pregio qualitativo” che, tramite l'ausilio di complici italiani e stranieri, venivano veicolate sul territorio elvetico “sfruttando metodologie di occultamento quali doppi fondi delle vetture o batterie dei monopattini elettrici”. Giunte in Svizzera, le monete contraffatte venivano poi immesse nel circuito legale attraverso “l'utilizzo di macchine automatiche per le scommesse sportive, o gli Atm bitcoin”. “La riproduzione della valuta era talmente perfetta per peso, calibratura e dimensioni - sottolinea la Finanza di Piacenza - da sfuggire alle verifiche delle apparecchiature automatizzate presenti nello Stato elvetico".
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