Uccise la moglie a martellate: Cassazione conferma 23 anni
La donna, Vera Mudra, voleva lasciarlo dopo aver scoperto che l'uomo aveva un'altra relazione. Rigettata la richiesta della difesa di una nuova perizia psichiatrica
Tre anni li ha già scontati, ma dovrà farne altri 20 in carcere. La Corte di Cassazione ha confermato la condanna di Giovanni Laguardia che il 26 ottobre del 2020, a Rimini, uccise nel sonno la moglie, Vera Mudra, di 61 anni, con 18 colpi di martello.
L'uomo, ex idraulico, ha potuto beneficiare delle attenuanti generiche e non gli è stata contestata la premeditazione.
Non sono state accolte le richieste dei suoi avvocati di una nuova perizia; questa aveva infatti stabilito che Laguardia, ora 72enne, fosse nel pieno possesso delle proprie facoltà mentali mentre colpiva con ferocia la donna. Richiesta rigettata in tutti e tre i gradi di giudizio.
Il femminicidio, avvenuto nel loro appartamento di via Pola, non è stato interpretato come un atto di rabbia scatenato da una lite, ma come un tentativo di impedire alla moglie di lasciarlo dopo la scoperta di un tradimento.
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