Via all'applicazione "Immuni": sperimentazione in quattro Regioni, tra cui le Marche
In Emilia Romagna i malati effettivi scendono sotto quota tremila. In Gran Bretagna la stima dei morti da coronavirus è di 50.000
Riaprono domani i confini regionali, al momento nessun presidente ha emesso ordinanze in contrasto con le direttive nazionali. Previsti tracciamento dei turisti, controlli con termoscanner, prenotazioni e questionari. Da ieri è scaricabile l'applicazione del ministero della Salute, “Immuni”: la sperimentazione parte inizialmente in 4 Regioni, Puglia, Abruzzo, Liguria e Marche, che dall'8 giugno potranno attivare la procedura di avviso agli eventuali contatti. Tutti possono comunque già scaricare l'app, le uniche informazioni richieste sono la Regione e la provincia dove si vive, e bisogna attivare il bluetooth, necessario per il passaggio dei dati e per informare se si è entrati in contatto con una persona positiva.
Intanto in Italia gli attualmente positivi scendono sotto quota 40.000 (39.893 -1.474); risalgono lievemente i casi totali (233.515 +318), metà dei quali sono in Lombardia (+187). 55 i decessi da ieri (33.530 totali). In Emilia Romagna sempre in calo il numero di malati effettivi, che ad oggi sono scesi sotto i tremila (2.912, -156 rispetto a ieri). 19 i casi in più, come ieri; 15 gli asintomatici. 12 i decessi, di cui uno a Rimini, dove oggi si registrano gli unici due contagi in più di tutta la Romagna. Nelle Marche 4 i contagiati, nessuno a Pesaro Urbino.
Intanto qualcosa si muove sul fronte dei confini internazionali, l'Austria ad esempio prospetta l'apertura con l'Italia da metà giugno, se l'andamento epidemiologico lo consentirà. A Wuhan nessun caso di positività nei quasi 10 milioni di test effettuati dal 14 maggio al primo giugno dopo il riavvio di scuole, fabbriche e attività. In Gran Bretagna invece si avvicina a quota 50.000 la stima dei morti da coronavirus, e i dati dimostrano come non solo l'età e il sesso, ma anche l'origine etnica ha creato una disparità tra le vittime: contagi e decessi sono infatti fino a 4 volte più elevati fra gli uomini di radici caraibiche o africane, e i deceduti uomini rappresentano il doppio delle donne.