Logo San Marino RTV

Villa Verucchio, Casa Madiba: "Ci chiediamo se fosse necessario colpire per uccidere"

Secondo il network la narrazione mediatica ha rapidamente trasformato Muhammad in un simbolo stereotipato, oscurandone l’umanità e il disagio personale.

14 gen 2025
Muhammad Sitta
Muhammad Sitta

Dopo i tragici fatti della notte di Capodanno a Villa Verucchio, dove Muhammad Sitta, 23 anni, è stato ucciso dai carabinieri dopo aver accoltellato quattro persone, il Casa Madiba Network ha diffuso sul suo sito una nota per riflettere su quanto accaduto e sulle sue implicazioni più profonde. L’associazione, attiva a Rimini dal 2013 per sostenere persone senza casa o in condizioni di marginalità, denuncia le carenze strutturali del sistema di accoglienza e l’impatto delle politiche securitarie.

"Contro Muhammad sono stati esplosi 12 colpi, 5 dei quali lo hanno colpito direttamente alla testa e al busto. – scrive l’associazione – Ci chiediamo se fosse necessario colpire così, per uccidere, o se si potesse fare altrimenti".

Secondo Casa Madiba, la narrazione mediatica ha rapidamente trasformato Muhammad in un simbolo stereotipato, oscurandone l’umanità e il disagio personale. Ospite di una struttura SAI dal 2022, il giovane aveva manifestato un forte disagio psico-emotivo, sentendosi, scrivono, abbandonato e inascoltato.

L’associazione descrive il sistema di accoglienza come una "macchina che produce marginalizzazione", priva di risorse adeguate per supportare le persone in situazioni di vulnerabilità. La nota evidenzia anche il "crescente clima di razzismo" e securitizzazione che attraversa il paese. Definisce l’islamofobia come il "marcatore razziale più forte", alimenta una narrazione pubblica che associa stereotipi di pericolosità a persone migranti o di fede islamica. Questo clima, insieme alla carenza di investimenti in salute mentale e welfare, contribuisce ad acuire tensioni sociali e a privare comunità della possibilità di vivere con dignità.

Per l’associazione, la risposta non può essere rappresentata da misure repressive come "zone rosse" o un aumento delle spese per la sicurezza. Casa Madiba propone invece politiche di cura che favoriscano autonomia, incontro e la costruzione di relazioni solidali, con l’obiettivo di superare la marginalizzazione e creare comunità più inclusive.

Per approfondire queste tematiche, Casa Madiba ha organizzato un’assemblea pubblica dal titolo “Mettiamo a tacere l’odio razzista, per nuove politiche di cura”, che si terrà il 15 gennaio alle 18:30 presso la sede dell’associazione a Rimini, durante la mostra mercato “I & le Custodi del Cibo”





Riproduzione riservata ©