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Vino: le regole contro la sofisticazione in un documento di fine 800, trovato a San Clemente

13 mar 2024
Vino: le regole contro la sofisticazione in un documento di fine 800, trovato a San Clemente

Dall'archivio comunale di San Clemente emerge un documento risalente alla fine dell'Ottocento che contiene delle disposizioni contro la sofisticazione del vino. Il tema è ancora attuale, e il ritrovamento evidenzia come già in passato si registravano casi di vino adulterato immesso nel mercato. Il regolamento per la vigilanza igienica, firmato l'8 ottobre 1893 dall'allora sindaco Bartolini, stabilisce chiaramente ciò che non era consentito. Veniva proibita, in particolare, la vendita di "uve guaste o immature".

Nei quattro articoli del documento si legge poi che "è proibito vendere vino acido, amaro, avariato per notevole sapore di muffa ecc. ecc.". E ancora, "è vietato aggiungere ai vini i sali di bario, magnesio, piombo, la glicerina, l'alcol etilico impuro e le sostanze coloranti". "È vietata la vendita di vini contenenti una quantità di solfati maggiore di quella di due grammi di solfato potassico".

"Non sarà permessa la vendita del vino nuovo prima del primo Ottobre". San Clemente ha una tradizione vitivinicola che risale all'epoca malatestiana e forse antecedente. Diverse le cantine e aziende riconosciute a livello nazionale e internazionale. L'antico regolamento "è l'evidenza del fatto che i tentativi di camuffare i vini per renderli più graditi al palato, o destinati al commercio, erano forse una brutta consuetudine dalla quale il Comune doveva difendere l'intera collettività", commenta la sindaca Mirna Cecchini.






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