POLITICA ITALIANA

Voto in Abruzzo: il centrodestra schiera i governatori, il centrosinistra a caccia di indecisi

Oggi è il giorno del silenzio, ma c'è la consapevolezza che lunedì gli esiti delle regionali in Abruzzo, indipendentemente da come andrà, si prenderanno la scena politica, a conferma della valenza nazionale del voto. Urne aperte dalle sette di mattina alle 23. Poi subito lo spoglio. Due soli i candidati in campo: per il centrodestra il governatore uscente Marco Marsilio, uomo vicinissimo alla premier, dall'altra parte l'ex rettore dell'Uniteramo Luciano D’Amico dietro il quale marcia compatto il campo larghissimo, delle opposizioni unite.

Sull'onda del voto in Sardegna, che ha reso contendibile la regione dove il predominio del centro destra era scontato fino a qualche tempo fa. Scalzarlo significherebbe per il centrosinistra tradurre la vittoria in Sardegna in un trend. Sull'isola tuttavia è stato determinante il voto disgiunto, cosa che la legge elettorale non prevede in questa nuova sfida alle urne.

Per la premier Meloni una seconda sconfitta potrebbe segnare la fine della luna di miele con l'elettorato. Soprattutto, dopo un eventuale flop del secondo nome dopo Truzzu imposto da Fratelli d'Italia, rimarrebbe con cocci in mano ad appesantire sia la riflessione con la classe dirigente del suo partito che il cammino al voto europeo.

Nonostante i sondaggi continuino a premiare il centro destra, tra le file extra large dei sostenitori di D'amico si respira ottimismo. Si tireranno le somme domenica notte. Ora tocca al milione e duecentoottantamila elettori dei 305 comuni abruzzesi. Le analisi sono rimandate a lunedì.

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