1000 reporter uccisi in un decennio, 88 nel 2018
Più di 1000 giornalisti uccisi in 10 anni, 88 i “caduti” nel 2018. L'ultimo episodio è quello di Jamal Khashoggi, il reporter saudita dissidente, di cui non si è ancora trovato il corpo, fatto sparire nel consolato del suo paese a Istanbul il 2 ottobre scorso. Solo in Messico, ormai tra i paesi più pericolosi al mondo, 11 i reporter uccisi quest'anno dai cartelli dei narcos. Ma i giornalisti vengono ammazzati, per le loro inchieste, anche in realtà più vicine e simili alla nostra. Basti citare il caso di Daphne Caruana Galizia nell'isola di Malta o di Jan Kuciack, giovanissimo reporter slovacco, ucciso con la sua fidanzata, dopo aver pubblicato articoli sull'infiltrazione nel suo paese della 'ndrangheta. Su 10 giornalisti uccisi nove restano senza responsabili e a lanciare il grido d'allarme è il Segretario dell'Onu Guterres che invita i governi a proteggere gli operatori dell'informazione e a creare le condizioni di cui hanno bisogno per svolgere il proprio lavoro: “E' un appello che non deve cadere nel vuoto – commenta il Presidente della Consulta per l'Informazione Paolo Crescentini -. Ogni volta che un giornalista subisce violenza, fino ad arrivare alla morte, non si pone fine soltanto alla vita di un giornalista, ma si cerca di mettere il bavaglio anche ad un popolo e alla libertà di pensiero di un paese e oggi, arrivati ormai nel 2020, sono situazioni che non devono più esistere”.