Sono passati 22 anni da quell'11 settembre 2001 che segnò la storia: l'attacco alle Twin Towers e ad altri obiettivi sensibili degli Stati Uniti da parte di Al Quaida aprì una fase geopolitica nuova, all'epoca, con il "pericolo terrorismo" al centro delle preoccupazioni a livello internazionale. A distanza di oltre un ventennio, come è cambiato l'Occidente?
"La discriminante nel ricordo e nel modo di vivere l'11 settembre è stata l'estate di due anni fa: una uscita precipitosa dall'Afghanistan da parte degli Stati Uniti e degli occidentali. Quel momento, accompagnato poi dall'esplodere della guerra in Ucraina, ha spostato il focus dell'attenzione: la minaccia terroristica, che ha avuto varie fasi, è stata un pò archiviata nelle preoccupazioni degli occidentali e degli americani. Adesso c'è il timore, che non è un vero timore dato che ci siamo già dentro, di una nuova guerra fredda, che rischia, come dice il Papa, di diventare la terza guerra mondiale 'a pezzi', e c'è di nuovo l'incubo del nucleare che accompagna questa fase. Questo spiega anche perchè l'intensità delle celebrazioni dell'11 settembre è un pò sbiadita rispetto alla fase precedente. E c'è sì il rito del ricordo, ma c'è anche meno intensità in questo ricordo".
Nel video l'intervista a Giampiero Gramaglia