20 milioni di dollari dal G7 per l'Amazzonia. “No, grazie” del Brasile
Bolsonaro mette in dubbio i dati internazionali sugli incendi
"Ringraziamo, ma questi fondi potrebbero essere più utili per la riforestazione dell'Europa", scrive su un blog Onyx Lorenzoni, capo di gabinetto del presidente Jair Bolsonaro, dopo l'offerta del G7 di 20 milioni di dollari di aiuti per la lotta agli incendi in Amazzonia. Lorenzoni afferma che "il Brasile è un Paese democratico e libero che non ha mai avuto pratiche colonialiste e imperialiste, che è forse l'obiettivo del presidente Macron". "Ha molte cose di cui occuparsi a casa e nelle colonie francesi", ha detto ancora Lorenzoni, riferendosi ai territori francesi d'oltremare, tra cui la Guyana francese, al confine con il Brasile.
Non sono andate giù al governo brasiliano le dichiarazioni del capo dell'Eliseo che, sui social, aveva preso in prestito il titolo del libro di Greta Thunberg, scrivendo “La nostra casa è in fiamme”. In merito agli incendi in Amazzonia, Macron voleva dettare la linea del G7 e aveva asserito: “Serve una mobilitazione di tutte le potenze”.
Secondo il giornale brasiliano, Palacio do Planalto non ha al momento indicato il motivo del rifiuto. Il rifiuto di Brasilia stupisce soprattutto perché in precedenza il ministro dell'Ambiente brasiliano Ricardo Salles aveva dichiarato che l'aiuto del G7 sarebbe stato gradito. Bolsonaro, intanto, mette in dubbio i dati internazionali sugli incendi in Amazzonia, affermando che la situazione rientra nei limiti normali. E ora il suo governo assicura che i roghi sono "sotto controllo".
Secondo Greenpeace il numero di incendi – nel “polmone verde” del pianeta - è aumentato del 145%, rispetto allo stesso periodo del 2018. Critiche – ai “grandi della Terra”, riuniti a Biarritz – anche dal Venezuela. “Hanno deciso - ha dichiarato il vicepresidente del Partito socialista unito - di stanziare 22 milioni di dollari per salvare l'Amazzonia, mentre per la Cattedrale di Notre Dame sono stati raccolti mille milioni in un'ora”. Secondo il leader bolivariano all'origine di tutto vi sarebbero le politiche neocoloniali dell'Occidente in Amazzonia. “Fino a quando non è andato nessuno – ha affermato -, non succedeva nulla, i popoli vivevano felici, poi è arrivato il capitalismo ed ecco cosa è accaduto”.