22 marzo: Giornata Mondiale dell'Acqua
Nel 2017, conflitti e persecuzioni hanno costretto 68,5 milioni di persone a fuggire dalle loro case, mentre 25,3 milioni di persone in media all'anno sono costrette a migrare a causa di disastri naturali, il doppio rispetto ai primi anni Settanta. E il numero dei rifugiati dovrebbe aumentare ulteriormente a causa dei cambiamenti climatici. I rifugiati sono una categoria fortemente vulnerabile, afferma l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura ricordando che l'accesso all'acqua potabile sicura, ai servizi igienico-sanitari e all'igiene è un diritto umano riconosciuto a livello internazionale.
Il rapporto - che viene lanciato oggi a Ginevra, durante la 40/a sessione del Consiglio per i diritti umani - esplora i sintomi di esclusione e indaga i modi per superare le disuguaglianze. È in Africa che vive metà delle persone che bevono acqua da fonti non sicure a livello globale ed è più probabile che siano gli emarginati o i discriminati per genere, età, stato economico o per identità etnica, religiosa o linguistica, ad avere un accesso limitato all'acqua e ai servizi igienici adeguati. Questi diritti obbligano gli Stati a lavorare affinchè ci sia un accesso per tutti, senza discriminazioni, dando la priorità ai più bisognosi. Acqua pulita e servizi igienico sanitari sono peraltro l'Obiettivo 6 dell'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, il programma d'azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell'Onu.