Oggi conservare il cibo tramite la refrigerazione non stupisce di certo, ma fino a qualche decennio fa si utilizzavano ben altri metodi: dall'essiccazione all'affumicazione, ma questi procedimenti potevano essere utilizzati solo per alcune tipologie di alimenti come carne e pesce, non invece per frutta e verdura.
Fino al secolo scorso la ghiacciaia era lo strumento più comune per la conservazione degli alimenti. In pratica si usavano per lo più contenitori di acciaio dentro cui si poneva della paglia come isolante, ma la materia prima, cioè il ghiaccio, doveva essere reperita naturalmente dopo una nevicata o magari in qualche grotta gelida.
Il primo a brevettare una macchina per il ghiaccio è l'americano John Gorrie nel 1851 ma la macchina non era molto efficiente. Il primo a mettersi sulla strada giusta è nel 1859 il francese Ferdinand Carré che tira fuori un refrigeratore basato sull'utilizzo dell'ammoniaca. Questa sostanza si trasforma in calore attraverso la compressione e successivamente si condensa raffreddandosi e raffredda quindi ciò che la circonda. Peccato però che l'ammonica sia corrosiva, non adatta quindi a lunghe permanenze in un circuito oltreché pericolosa.
Il primo frigorifero domestico arrivò solo nel 1913. Funzionava ad ammoniaca che poi, circa sedici anni dopo, essendo tossica, venne sostituita dal freon che rimase in uso fino alla fine degli anni ottanta quando si scoprì che questo gas bucava l'atmosfera. Col tempo la conservazione del cibo portò nelle famiglie un nuovo concetto di consumo alimentare fatto di programmazione anziché di consumo istantaneo per evitare il deperimento.
Fino al secolo scorso la ghiacciaia era lo strumento più comune per la conservazione degli alimenti. In pratica si usavano per lo più contenitori di acciaio dentro cui si poneva della paglia come isolante, ma la materia prima, cioè il ghiaccio, doveva essere reperita naturalmente dopo una nevicata o magari in qualche grotta gelida.
Il primo a brevettare una macchina per il ghiaccio è l'americano John Gorrie nel 1851 ma la macchina non era molto efficiente. Il primo a mettersi sulla strada giusta è nel 1859 il francese Ferdinand Carré che tira fuori un refrigeratore basato sull'utilizzo dell'ammoniaca. Questa sostanza si trasforma in calore attraverso la compressione e successivamente si condensa raffreddandosi e raffredda quindi ciò che la circonda. Peccato però che l'ammonica sia corrosiva, non adatta quindi a lunghe permanenze in un circuito oltreché pericolosa.
Il primo frigorifero domestico arrivò solo nel 1913. Funzionava ad ammoniaca che poi, circa sedici anni dopo, essendo tossica, venne sostituita dal freon che rimase in uso fino alla fine degli anni ottanta quando si scoprì che questo gas bucava l'atmosfera. Col tempo la conservazione del cibo portò nelle famiglie un nuovo concetto di consumo alimentare fatto di programmazione anziché di consumo istantaneo per evitare il deperimento.
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