Abu Dhabi: Francesco La Camera alla guida dell'Irena
A pochi giorni dalla pubblicazione di un nuovo studio delle Nazioni Unite su come le azioni umane stiano irrimediabilmente alterando fiumi ed ecosistemi, portando all'estinzione di specie animali e vegetali, ad Abu Dhabi, o meglio a Masdar City, comincia ufficialmente il mandato dell'italiano Francesco La Camera come direttore generale dell'Agenzia Internazionale per le energie rinnovabili, l'Irena. Prima istituzione internazionale con sede in Medio Oriente con il compito di sostenere e diffondere la green energy tra i Paesi aderenti, ad oggi circa 160, l'Irena ha sede a Masdar City, in arabo “sorgente”: esperimento di città a zero emissioni di carbonio, progettata dall’architetto Norman Foster, sorge in mezzo al deserto, tra Abu Dhabi e Dubai. Investimento da 22 miliardi di dollari e di proprietà del fondo sovrano emiratino Mubadala, questa futuristica città è per ora costruita solo in parte; il progetto negli anni ha infatti rallentato rispetto ai piani originari che prevedevano 90mila persone residenti, ma ha creato un ricco portfolio di investimenti sulle rinnovabili in diversi Paesi del mondo. "La trasformazione energetica globale sta entrando in una nuova fase - ha sottolineato La Camera durante il suo insediamento -. Dobbiamo fare tutto il possibile per accelerare il ritmo e la portata del cambiamento se vogliamo raggiungere gli obiettivi climatici”, riferendosi agli accordi di Parigi per mantenere i livelli del riscaldamento globale al di sotto dei 2°. Secondo le previsioni e i numeri dell'Irena le energie rinnovabili potrebbero generare il 100% del fabbisogno energetico degli Emirati Arabi entro 50 anni, a patto che gli investimenti e la volontà proseguano. Gli Emirati producono oggi appena il 2% di energia pulita, grazie al solare e all'eolico, per il resto il Paese va avanti a combustibili fossili. E con l'annuncio che a partire da giugno il nuovo parco solare Mohammed bin Rashid Al Maktoum, tra i più grandi esistenti, raggiungerà una capacità di 300 MW, su un totale di 5000 entro il 2030, a costruzione ultimata, il piano del Paese è ambizioso: entro il 2050, gli Emirati sono determinati a ricavare il 44% dell'energia dalle rinnovabili, il 38% dal gas, il 12% dal carbone pulito e il 6% dal nucleare.