Afghanistan: il mullah Mohammad Hassan Akhund alla guida del governo talebano

Gli “studenti coranici” annunciano il nuovo esecutivo; il premier figura nella lista ONU del terroristi, ma anche altre nomine destano inquietudine. Proteste, intanto, contro i talebani; ad Herat segnalati due morti e 8 feriti in una manifestazione

Afghanistan: il mullah Mohammad Hassan Akhund alla guida del governo talebano.

La lista del nuovo esecutivo “provvisorio” è stata letta da un volto ormai noto in Occidente: il portavoce dei talebani Zabihullah Mujahid. Primo Ministro ad interim sarà Mohammad Hassan Akhund. Nomina che desta inquietudine; figura infatti nella lista ONU dei terroristi. Ricercato dall'FBI, invece, il ministro dell'Interno: leader della rete Haqqani, ritenuta vicina ad Al Qaida. A completare il quadro il figlio del mullah Omar, Ministro della Difesa.

Il volto forse più “spendibile”, a livello internazionale, è allora il numero 2 del regime: il mullah Abdul Ghani Baradar, negoziatore con gli Stati Uniti a Doha. Priorità del nuovo governo – è stato detto – la lotta alla povertà; già risolto invece il problema della sicurezza, “perché non c'è più la guerra”, è stato sottolineato. Ma se con la conquista della valle del Panshir i talebani hanno forse annientato l'ultima sacca di resistenza armata, lo stesso non può dirsi del dissenso, almeno nella Capitale. Su iniziativa di un gruppo di donne, centinaia di coraggiosi hanno oggi manifestato per le strade di Kabul, gridando slogan contro gli “studenti coranici”, ma anche contro il Pakistan.

Quando il corteo si è avvicinato al Palazzo presidenziale, però, sarebbero stati sparati – in aria, probabilmente - colpi di arma da fuoco, per disperdere la folla. Situazione ancora molto tesa, insomma; mentre si cercano risposte, a livello multilaterale. Oggi la telefonata fra Mario Draghi e il Presidente cinese Xi Jinping, sugli sviluppi della crisi in Afghanistan e sulla cooperazione internazionale per farvi fronte, a partire dal G20. Da Pechino l'auspicio che l'Italia svolga un ruolo attivo nel promuovere lo sviluppo delle relazioni fra la Repubblica Popolare e l'UE; al contempo garantisce sostegno, per il successo del summit dei 20 Grandi che si svolgerà a Roma, ad ottobre.

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