Afghanistan, talebani: "Perdoniamo tutti". Ma i timori restano e i rientri proseguono
Il mullah Baradar è rientrato nel Paese e i talebani annunciano un nuovo approccio
“Abbiamo perdonato tutti. Non vogliamo nemici”. Parole all'apparenza concilianti quelle pronunciate dai talebani. E ancora: sì all'istruzione delle donne e ok al loro impegno nel Governo, ma nel rispetto della legge islamica. Non ci sarà più obbligo di burqa, ma solo hijab. Talebani che sembrano mostrare un approccio nuovo rispetto al passato. Annunciano anche un'amnistia generale. Affermazioni che, però, non convincono una parte della comunità internazionale. Usa e Gran Bretagna stanno lavorando per evacuare almeno altre 6mila persone da Kabul, tra rientri e trasferimento di ex collaboratori afghani. Italia e Germania si confrontano sulla protezione umanitaria. E per il ministro degli Esteri Di Maio l'Occidente dovrà riflettere sui sui errori. Nel Paese c'è chi teme per la propria vita, soprattutto attivisti e oppositori.
I talebani, tramite il mullah Baradar, promettono “serenità” alla nazione. “Se si ristabilisse il regime del terrore, rischierebbero l'isolamento”, avverte il segretario generale della Nato Stoltenberg. Nel frattempo, si riaccendono le tensioni tra potenze. Ieri il discorso del presidente americano Biden secondo il quale, con il ritiro delle truppe, si è fatto l'interesse nazionale. Gli americani, ha detto, “non faranno quello che non fanno gli afghani”. Dalla Cina, la portavoce del Ministero degli Esteri critica gli Stati Uniti. Il loro ruolo, dichiara, “è la distruzione, non la costruzione”. Turchia e Russia giudicano già positivamente le prime dichiarazioni dei talebani. Da Londra, il premier Johnson non esclude un riconoscimento di un nuovo Governo se saranno rispettati gli standard su diritti umani e inclusione.
Nel servizio, il commento di Gianandrea Gaiani, direttore di Analisidifesa.it
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