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Alan Friedman: il sabotaggio del comizio di Tulsa è stata “la vera vendetta dei teenager contro Trump”

I giovani americani, afferma il celebre giornalista e scrittore, “hanno fatto una beffa” al Presidente. Ad Alan Friedman abbiamo chiesto anche quale “peso” avranno sulla corsa alla Casa Bianca due questioni di forte attualità

23 giu 2020
Sentiamo Alan Friedman
Sentiamo Alan Friedman

Alla vigilia del comizio di Tulsa – quello che avrebbe dovuto segnare il suo rilancio – Trump aveva parlato di un milione di persone, alla ricerca di un biglietto. In realtà in poco più di 6.000 si sono presentati nell'arena; e l'intervento all'esterno è stato addirittura cancellato. Un flop clamoroso, dunque; e numerosi media hanno sottolineato il peso forse determinante di un originale sabotaggio che avrebbe compiuto un esercito di giovanissimi utenti di social media. Come spiega un profondo conoscitore di cose americane come Alan Friedman. “Sicuramente – afferma nella nostra intervista – la prenotazione di centinaia di migliaia di biglietti da parte di account fake” è stata “la vera vendetta dei teenager contro Trump”. Un altro fattore, secondo il celebre giornalista e scrittore, potrebbe essere stata la paura del contagio. A Friedman abbiamo chiesto poi quanto incideranno, nella corsa alla Casa Bianca, le dichiarazioni contenute nell'ultimo libro dell'ex consigliere per la sicurezza nazionale John Bolton, e le proteste del movimento Black Lives Matter. In quest'ultimo caso – secondo il giornalista – all'origine di tutto c'è la decisione di Trump di “incitare il razzismo come tattica elettorale, tentando di dividere l'America”. Quanto al libro di Bolton – rimarca – vi sono in particolare accuse molto pesanti circa il tentativo di Trump di stoppare un'indagine della magistratura “come favore ad Erdogan”. E subito dopo – continua Friedman – Donald Trump “ha licenziato il procuratore generale di New York che sta indagando Erdogan e famiglia; quindi abbiamo un Presidente un po' fuorilegge”.


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