Ambasciatore russo definisce la visita di Zelensky negli USA uno “spettacolo teatrale”
Mosca e Kiev restano lontanissime sull'ipotesi di una soluzione negoziale del conflitto
Un terremoto geopolitico – la guerra in Ucraina -; che ha in un qualche modo sdoganato atti unilaterali, prove muscolari. Dal Kosovo al Nagorno-Karabakh. Fino al Medio Oriente, dove la debolezza della Russia ha portato ad una maggiore assertività di Paesi con velleità imperiali come Iran e Turchia. Orientata peraltro in questa fase ad un appeasement con Damasco. Nel mirino di Erdogan i gruppi curdi; in Siria ed Iraq. Politica estera spregiudicata, che rischia di destabilizzare ulteriormente Baghdad; dove si è recata oggi Giorgia Meloni. La Premier italiana – in un colloquio con il suo omologo Al-Sudani - ha assicurato sostegno. “Un Paese amico – ha dichiarato – che crede nella democrazia”. Scelta controcorrente, quella di puntare sulla cooperazione; in un momento nel quale pare sia la forza a determinare gli equilibri. Dall'Europa al Mar Cinese Orientale, dove è in corso un'esercitazione navale congiunta di Pechino e Mosca. Messaggio alla potenza egemone; accusata dal Cremlino di applicare sistematicamente doppi standard, e di condurre una guerra per procura in Ucraina. L'ambasciatore negli Stati Uniti Antonov ha definito la recente visita di Zelensky uno “spettacolo teatrale”; che dimostrerebbe il legame sempre più stretto di Kiev con gli interessi di Washington. Scetticismo – allora, in Russia – riguardo all'apertura a iniziative di pace, da parte del Presidente ucraino. Si tratterebbe di uno schema in 10 punti, esposto durante l'incontro con Biden; e che Zelensky intenderebbe ufficializzare a fine febbraio: a un anno dall'invasione. L'obiettivo, prima, è guadagnare ulteriore terreno. Ma sul campo la situazione è difficile. Un inferno, il fronte di Bakhmut; dove per far fronte alla pressione russa vengono dirottate ingenti quantità di truppe e mezzi. Fra i ruderi della periferia orientale della città una battaglia selvaggia. Truppe di Mosca all'offensiva anche in altri settori del Donbass. Kiev chiede sistemi d'arma offensivi a più lungo raggio. Ma i decisori statunitensi paiono piuttosto concentrati, al momento – fornendo i Patriot -, a contrastare la campagna aerea contro le infrastrutture energetiche. In atto, nella Capitale ucraina, blackout di emergenza; con un deficit di elettricità fino al 50%.
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