"Le concessioni delle spiagge italiane non possono essere rinnovate automaticamente ma devono essere oggetto di una procedura di selezione imparziale e trasparente”. A dirlo è la Corte dell’Ue nell’attesa sentenza su un parere richiesto dal Tar della Puglia. Nessuna sorpresa, in realtà, perché i giudici del Lussemburgo non fanno altro che confermare l’impostazione della Commissione europea. Ovvero che la direttiva Bolkestein sulla liberalizzazione dei servizi va applicata anche alle concessioni balneari e che queste devono andare a gara. Bruxelles si attende, dunque, che il governo cancelli la proroga al 2024 delle attuali concessioni. Inoltre, i giudici nazionali e le autorità amministrative sono tenuti ad applicare le norme europee, anche andando contro le disposizioni di diritto nazionale.
Plaude la Commissione che torna a chiedere all’Italia di applicare la direttiva, finendo però al centro di un piccolo giallo: una portavoce dell’Esecutivo Ue prima riferisce che il commissario Breton, nella sua visita a Roma della scorsa settimana, ha avuto rassicurazioni dalla premier Meloni sull’adeguamento alla normativa europea al più presto. Poi però fa marcia indietro: il tema non era al centro dell’incontro e non c’è stato nessun impegno, né da Roma, né da Bruxelles. Intanto arriva un’apertura dal governo. La sentenza “ce l'aspettavamo, non è che sia una sorpresa”, ha commentato il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, che annuncia di voler andare avanti sulla mappatura delle spiagge.
Fabio Fantozzi (La Presse)