Oltre 19.000 i bambini ucraini deportati illegalmente in Russia, a cui si aggiungono 4.400 orfani, con un solo genitore o senza cure parentali. Portati via col pretesto dell'evacuazione o separati dalle famiglie nei campi di filtraggio, per “russificarli”, privandoli della loro identità. Solo 327 – denuncia Kiev - sono stati rimpatriati. E' il racconto di una generazione rubata, trasferita in "campi di rieducazione", adottata illegalmente, o peggio ancora, perduta. Un crimine di guerra per le Nazioni Unite, con la Corte penale internazionale che ha emesso mandati di arresto contro Putin e la commissaria russa per i diritti dei bambini.
Intanto gli Stati Uniti sostengono la creazione di un tribunale internazionale speciale per il "crimine di aggressione" contro l'Ucraina, idea promossa dall'Unione Europea. “Lasciamo che si divertano”, commenta il vice ministro degli Esteri russo. I botta e risposta, sempre più pungenti, lasciano poco spazio alla diplomazia. “La pace ad ogni costo è un'illusione”, dichiara il ministro degli Esteri ucraino Kuleba. Kiev non l'accetterà senza il completo ritiro delle truppe russe e il ripristino dell'integrità territoriale.
Dal canto suo il Cremlino ribadisce che tutti gli obiettivi dichiarati saranno raggiunti, e che verrà garantita l'integrità territoriale della Russia. E' una guerra che rischia di trascinarsi a lungo, e dai risvolti imprevedibili. Mosca ha iniziato un'esercitazione di forze missilistiche strategiche su larga scala, testando un missile balistico intercontinentale. Ad alzare la tensione anche l'annuncio di Putin su armi tattiche in Bielorussia. Per Zelensky è una mossa per distrarre l'attenzione dall'insuccesso della visita a Mosca di Xi Jinping. “Voglio parlare con lui”, dice il presidente ucraino, che ha invitato il leader cinese a Kiev. I due non hanno contatti dall'inizio della guerra.