Breivik, 10 anni dopo Utoya il mostro non si pente

Breivik, 10 anni dopo Utoya il mostro non si pente.

Non si è pentito e non ha alcuna intenzione di farlo, anzi. I dieci anni trascorsi in carcere gli sono serviti a mettere a punto la sua idea di futuro tra derive neonaziste, studi universitari, progetti di libri e ricorsi contro il sistema carcerario norvegese. Anders Behring Breivik, il mostro che il 22 luglio 2011 massacrò a sangue freddo con armi automatiche 69 studenti in un campo estivo all'isola di Utoya e altre otto persone a Oslo, punta alla libertà condizionale attraverso una revisione legale alla quale ha diritto dopo dieci anni di prigione in base all'ordinamento vigente.
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Dopo essersi iscritto nel 2015 all'Università di Oslo per studiare Scienze Politiche, ovviamente dalla cella, punta alla letteratura e al cinema. E avrebbe proposto, a quanto riportano alcune fonti, a produttori ed editori un film o un libro sulla sua vita ovviamente dietro pagamento dei diritti, valutati, centesimo più centesimo meno, otto milioni di dollari. L'estremista di destra ora 42enne venne dichiarato sano di mente all'epoca del processo, nel 2012, quindi pienamente responsabile delle stragi e fu condannato a 21 anni, il massimo della pena in Norvegia, alla quale si possono aggiungere di volta in volta in caso di comprovata pericolosità pene aggiuntive di cinque anni. Ma difficilmente otterrà la libertà condizionale, anche in un sistema ultragarantista come quello di Oslo.

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