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Brexit: Boris Johnson, "E' l'alba di una nuova era"

Dalla mezzanotte il Regno Unito non è più nell'Unione Europea. A Londra, ieri, manifestazioni contrapposte

1 feb 2020
Boris Johnson
Boris Johnson

“Questa non è una fine, ma un inizio”, ha rimarcato il Premier Boris Johnson, nel messaggio alla Nazione. Poco dopo un countdown luminoso, sulla facciata di Downing Street, scandiva gli ultimi secondi di una pagina di storia durata quasi mezzo secolo. Quello di ieri, per i britannici, è stato l'ultimo giorno da cittadini dell'Unione Europea. A rendere plasticamente l'idea, della polarizzazione ideologica, nel Paese, le due manifestazioni, tenutesi a Westminster Square. Da una parte il rammarico, la mestizia, dei “remainer”; separati da un cordone di polizia da chi attendeva con ansia, questo momento, dal referendum del 2016. Le bandiere stellate dell'UE sono scomparse al calare della sera, quando, nonostante la pioggia, decine di migliaia di persone, in uno sventolio di Union Jack, hanno festeggiato il divorzio da Bruxelles. Johnson ha evitato comunque i toni trionfalistici; riconoscendo come in tanti stiano vivendo questo momento con ansia e smarrimento. Il Premier ha poi fatto leva sull'orgoglio britannico, sottolineando come questa “riconquista della sovranità” permetta al popolo di ottenere i “cambiamenti” per i quali “aveva votato”: dal pieno controllo dei flussi migratori alla possibilità di stipulare “liberi accordi commerciali”. Brexit, insomma, come riscoperta del glorioso passato del Regno Unito; con lo sguardo non più posato al di là della Manica, ma verso gli oceani. Questa, almeno, l'ambizione del Primo Ministro; che può già contare sull'appoggio di Washington. Ma che non intende lasciarsi “schiacciare” da questa partnership, come dimostra la mossa di aprire alla Cina nel 5G. Un possibile ruolo di grande player internazionale, minacciato tuttavia da gravi fragilità interne, come lo spettro di un secondo referendum secessionista in Scozia, favorito proprio dalla Brexit. Johnson, dal canto suo, auspica una “nuova era di cooperazione amichevole” con l'UE; ma le incognite non sono poche, ad iniziare dal negoziato, da chiudere in soli 11 mesi di transizione, sulle relazioni “post divorzio”. Per chi credeva che l'Unione potesse solo crescere ed espandersi è stato comunque un duro risveglio. E il fatto che in tanti, nel Vecchio Continente, abbiano provato invidia nel vedere le scene di festa a Londra, deve suonare come un campanello d'allarme.


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