Brexit, Johnson non demorde: nuovo voto lunedì alla Camera su elezioni anticipate
Il premier britannico si scontra duramente con Corbyn, ma incassa l'appoggio degli Stati Uniti tramite Mike Pence, inviato da Trump
Alla Camera dei Comuni una nuova votazione è attesa lunedì, per convocare elezioni anticipate il 15 ottobre, e nonostante il mancato quorum su una prima mozione in favore del voto, il premier britannico Boris Johnson non demorde e ci riprova. Lo ha reso noto il ministro per i rapporti col Parlamento Jacob Rees-Mogg. La decisione segue il nuovo smacco subito dal leader dei Tory che, sempre alla Camera, ha visto approvare la legge per chiedere un ulteriore rinvio della Brexit prevista per il 31 ottobre. L'intento dei promotori è evitare l'uscita senza accordo. Johnson, che al contrario considera questa la “legge della resa”, destinata a produrre altri “rinvii e tergiversazioni”, perde però anche il fratello minore Jo, da sempre filo europeista, che ha abbandonato i Tory e l'incarico di viceministro, dicendosi “lacerato tra la famiglia e l'interesse nazionale”. E c'è stato un nuovo pesante scontro tra Johnson e il leader laburista Jeremy Corbyn, esitante sulla convocazione di elezioni anticipate: “Insulto codardo alla democrazia”, ha sparato a zero Johnson, che accusa l'avversario di temere il voto. Per la BBC altro non è stato che il primo comizio elettorale del premier Tory, alla ricerca d'un via libera verso le urne. Intanto arriva l'appoggio degli Stati Uniti alla decisione del Regno Unito di lasciare l'Unione Europea: è il messaggio di Donald Trump che il vicepresidente americano, Mike Pence, ha consegnato nelle mani del premier britannico. Pence ha aggiunto che “gli Usa sono pronti a negoziare immediatamente un accordo di libero scambio”.