Campi profughi in Siria, Martini (Pres. SSCH): “E' una catastrofe umanitaria”
E' appena rientrata in Italia da una delle missioni periodiche nei campi profughi ai confini tra Siria e Turchia. Sentiamo la testimonianza di Arianna Martini, Presidente della Onlus Support And Sustain Children.
“Che cosa ho visto?... E' quello che vedo da 11 anni, ormai: un campo profughi unico. Quella parte del mondo è tutta distrutta; non esiste quasi più nulla, se non immense distese di tende, di bambini senza famiglia; di genitori senza figli. Non c'è occupazione, non ci sono infrastrutture. E' un'emergenza; è una catastrofe umanitaria. Tra l'altro, sono stati tagliati i fondi, quindi, circa un milione e mezzo di rifugiati interni rimarranno senza supporti, fondi del World Food Program, quindi, fondi a livello della comunità internazionale.
C'è bisogno di tutto: noi lavoriamo in prima emergenza, perché esiste costantemente l'emergenza. Hanno bisogno di cibo: cerchiamo di assicurare almeno il nutrimento. Abbiamo programmi sulla malnutrizione, quindi, il latte per i piccolini. C'è bisogno di scolarizzazione; c'è bisogno di coprirli quando fa freddo - adesso, faceva veramente tanto freddo, ha anche nevicato. E c'è anche bisogno però di implementare qualcosa, di dare loro un futuro: ci sono due generazioni che non vanno a scuola in quel territorio.
Cerchiamo di affiancare l'emergenza a programmi con una visione a lungo - medio termine. Abbiamo una clinica, abbiamo una piccola scuola, un centro di protezione per le donne, cercando di formarle, di dar loro gli strumenti per uscire da questo assistenzialismo. Per quanto riguarda noi: è una goccia in un mare di sofferenza e di una popolazione veramente invisibile, invisibile a livello internazionale. Però, noi cerchiamo comunque di farla, questa goccina”.
Nel video, immagini fornite da Support And Sustain Children, Pietro Politi
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