Canada: sale la protesta contro le restrizioni anti-Covid. Ad Ottawa dichiarato stato d'emergenza
Il Sindaco della Capitale ha parlato di situazione “fuori controllo”. Bloccata la raccolta fondi per i camionisti del “Freedom Convoy”
Prima della protesta il Premier canadese aveva definito i camionisti – diretti verso Ottawa – una “piccola minoranza marginale”. Clamoroso errore di valutazione, perché Justin Trudeau – che nel frattempo è risultato positivo al Covid – era stato poi costretto a trasferirsi, insieme alla sua famiglia, in via precauzionale, in una località segreta. Vicenda tutto sommato poco trattata dai media europei ed italiani; ma nel Paese nord-americano la “fuga” del Primo Ministro non poteva non destare scalpore. Tutto ciò mentre si è ormai alla seconda settimana di manifestazioni in varie città. Ad innescare la rabbia degli autotrasportatori la recente legge che prevede l'obbligo vaccinale qualora si attraversi la frontiera con gli Stati Uniti. Da qui il cosiddetto “Freedom Convoy”, con migliaia di camionisti che avevano raggiunto la Capitale, dopo aver percorso con i propri mezzi centinaia di chilometri. Le autorità pensavano che il tutto potesse esaurirsi nell'arco di un weekend, viste anche le temperature rigidissime.
Non è andata così, anche perché l'iniziativa ha riscosso la solidarietà di un numero considerevole di comuni cittadini, stanchi delle restrizioni anti-pandemia reintrodotte dal Governo; che avrebbero portato alla chiusura di molte imprese e ad un conseguente aumento della disoccupazione. Protesta – a quanto pare – sostanzialmente pacifica, ma che ha finito per paralizzare la Capitale ed il Parlamento, tanto che il sindaco di Ottawa ha finito per dichiarare lo stato d'emergenza, parlando di situazione fuori controllo. Polarizzata l'opinione pubblica; da una parte chi invoca un ritorno alla normalità, dall'altra chi sostiene la protesta, anche tramite una raccolta fondi online. Che d'ora in poi, tuttavia, non sarà più possibile, perché la piattaforma GoFundMe ha rimosso la pagina attraverso cui venivano inviate donazioni, citando rapporti di polizia su episodi di violenza.
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