E-cig e quelle che “scaldano ma non bruciano” dannose come le tradizionali, studio contestato
Il risultato, rileva Manuel Peitsch, Chief Scientific Officer di Philip Morris International, contraddice quelli ottenuti da studi della stessa azienda e di ricercatori indipendenti, secondo cui Iqos riduce il rischio rispetto alla sigaretta tradizionale, anche se la stessa azienda ricorda che l'alternativa migliore è smettere totalmente.
La differenza potrebbe essere dovuta alla metodologia utilizzata. "Il primo problema della ricerca australiana è che gli autori non rivelano quante sigarette, stick di tabacco o liquido per e-cig sono stati usati per creare le soluzioni usate nell'esperimento, quindi è impossibile verificare se la dose applicata alle cellule è comparabile con quella di un uso normale. Inoltre le cellule sono esposte per tre giorni, e questo non è in linea né con le linee guida né con un contesto normale di fumatori". La stessa critica è fatta ad esempio da Lion Shahab dell'University College di Londra. "Esporre le cellule al fumo o al vapore per tre giorni, come è stato fatto in questo caso, non riflette un uso realistico - scrive sul sito Science Media Centre -, e questo riguarda anche la concentrazione del fumo usato nell'esperimento, che non è pari a quella che inala l'uomo".