San Marino RTV Nemini Tenerì

“Coalizione volenterosi”: manca l'unanimità sul potenziale invio di peacekeeper in Ucraina

Concluso a Parigi il vertice dei Paesi che sostengono Kiev. Condiviso il “no” alla revoca, al momento, delle sanzioni a Mosca.

Era il punto chiave del summit dei cosiddetti “volenterosi”; ma sull'invio di peacekeeper in Ucraina non c'è l'unanimità”, ha riconosciuto Macron. Aggiungendo però come non serva l'ok di tutti perché “prenda vita” la missione; solo ipotetica, ovviamente, perché di un'autentica tregua al momento non vi è traccia. Interessante l'attenzione al lessico; il Presidente francese ha prospettato il dispiegamento di una “forza di rassicurazione”, lontano dalla linea di contatto. E ciò a fronte dell'appello di ieri di un alto negoziatore ucraino, che aveva chiesto sostanzialmente truppe pronte a combattere. L'inquilino dell'Eliseo ha inoltre annunciato l'invio di “un'equipe franco-britannica” per preparare “l'esercito ucraino di domani”. Come a voler ribadire il più volte citato concetto di “pace attraverso la forza”. De facto bypassata - nel suo insieme - l'Europa, nell'eterogenea lista degli inviti all'Eliseo. Presenti solo alcuni dei leader dei 27; con l'aggiunta però di Paesi NATO quali Turchia e Regno Unito, oltre naturalmente a Zelensky. Su un punto vi è stata condivisione: il no alla revoca delle sanzioni alla Russia. Quanto alle relazioni con Washington si registrano sfumature.

La Premier italiana Meloni ha auspicato il futuro coinvolgimento di una delegazione statunitense. Sostegno dell'Egemone solo auspicato da Macron – che pure aveva telefonato a Trump prima dell'inizio dei lavori -; un'assoluta precondizione invece per Tusk e Scholz. Quantomeno premature insomma, visto il quadro, le ambizioni di un'autonomia strategica. Paradossale poi come dall'altra parte Washington non intenda fare sconti sulle politiche tariffarie. E dia l'impressione di voler chiudere quanto prima il dossier ucraino. Il Cremlino dal canto suo considera irricevibile l'ipotesi del dispiegamento di una forza europea di interposizione; e accusa piuttosto gli ucraini di “aver continuato a colpire le infrastrutture energetiche”. Ancora nebulosa, poi, l'operatività dell'altro punto toccato nei colloqui di Riad: una moratoria agli attacchi nel Mar Nero. Sulla linea del fronte intanto si mantiene intensa la pressione russa. Nonostante il gap numerico, però, le forze di Kiev mostrano una notevole tenacia; anche contrattaccando, ove possibile. Iniziata nei giorni scorsi una nuova operazione oltreconfine, nella regione di Belgorod.

[Banner_Google_ADS]

I più letti della settimana: