Coronavirus: in aumento i casi nei Paesi del Golfo
Anche nei Paesi del Golfo stanno aumentando i casi di coronavirus e i governi cominciano ad adottare misure straordinarie. Qui a Dubai sono state cancellate le ultime due tappe dello UAE Tour, la gara di ciclismo che si corre ogni anno nel Paese, dopo che due italiani, membri dello staff di una delle squadre, sono risultati positivi, mentre proprio da oggi sono state sospese tutte le attività extrascolastiche, come gite o gare sportive, e chiusi gli asili.
In tutto il Medio Oriente si parla di circa 400 casi, ma è difficile avere numeri attendibili, poiché qui le informazioni sono rigorosamente controllate dalle istituzioni. Sicuramente i contagi sono in crescita e si stanno diffondendo rapidamente in diversi Paesi, per via dei tanti spostamenti, per lavoro ma anche per turismo, compreso quello religioso, che caratterizzano questa zona del mondo. Se negli Emirati Arabi i casi dichiarati dal Ministero della Sanità sono 21, dei quali 5 persone già guarite, proprio in questi giorni il coronavirus è arrivato in Bahrein, Kuwait e Qatar. Secondo quanto ricostruito seguendo gli spostamenti di chi è stato contagiato, il virus sarebbe arrivavano dall'Iran, uno dei Paesi più colpiti.
Per questo, sia gli Emirati Arabi, che gli altri Paesi del Golfo, hanno sospeso i voli da e per l'Iran, mentre l'Arabia Saudita ha deciso di vietare il turismo religioso per evitare la diffusione del virus nei luoghi sacri di Medina e La Mecca, oltre al divieto di ingresso da Paesi con casi confermati di coronavirus, Italia inclusa, provvedimento adottato anche dal Kuwait e dal Bahrein. E se tra i residenti negli Emirati c'è un po' di apprensione, data la natura delle città, dove si incrociano persone provenienti da oltre 180 nazionalità differenti, il Governo ha fatto sapere che è pronto ad affrontare una eventuale emergenza. Secondo quanto dichiarato, è addirittura in costruzione una nuova struttura medica per curare le infezioni da coronavirus nel caso l'epidemia dovesse espandersi maggiormente. Intanto l'Organizzazione mondiale della sanità ha reso noto che sta intensificando le misure per contenere il virus in Medio Oriente e ha informato i partner sanitari di tutta l'area sui modi per prevenire la diffusione del virus nei campi profughi. Iraq, Giordania, Libano e Turchia, ha ricordato l'Oms, ospitano insieme milioni di rifugiati e sfollati interni, considerati i gruppi più vulnerabili se il coronavirus si dovesse ulteriormente diffondere.
Elisabetta Norzi