Coronavirus: negli Emirati nuove restrizioni e più tamponi
Dopo che l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato la pandemia, qui negli Emirati Arabi il Governo sta adottando misure sempre più restrittive per arginare la diffusione del coronavirus. Da giovedì scorso non vengono più rilasciati visti di ingresso nel Paese, né turistici né di lavoro e, per due settimane, non sarà permesso nemmeno ai residenti che si trovano all'estero di rientrare nel Paese.
Il Ministero dell'Istruzione ha fatto sapere che molto probabilmente le scuole non riapriranno, le funzioni religiose sono annullate, i centri commerciali hanno orari ridotti e i luoghi di interesse turistico e intrattenimento chiusi.
I contagi hanno superato quota 20.000 in Medio Oriente, ma l'Oms ha rilevato una grande disparità di approccio tra un Paese e l'altro, e ha chiesto un migliore accesso alle informazioni sul numero dei casi, per poter seguire più da vicino la diffusione della malattia.
Negli Emirati ci sono stati i primi due morti, mentre i positivi sono 140, in ulteriore crescita. Il Governo ha inserito misure per favorire il distanziamento sociale, come la chiusura dei maggiori punti di aggregazione, ma senza bloccare completamente le città, e facendo tamponi non solo sui sintomatici. Al momento, ha dichiarato il Ministro della Salute, sono stati effettuati circa 13.000 test per milione di abitanti, con il risultato di 0,8 casi per 1000 individui.
Intanto sono stati resi noti i primi provvedimenti per ridurre l’impatto del coronavirus sull’economia, dopo che il petrolio ha toccato i minimi storici: nei Paesi del Golfo sono stati destinati complessivamente 97 miliardi di dollari; negli Emirati Arabi la Banca Centrale ne ha stanziati 27.2 e i Governi dei sette emirati stanno mettendo a punto iniziative per sgravare soprattutto le piccole e medie imprese.
Fiato sospeso, invece, per Expo 2020 Dubai, che potrebbe essere di fatto la prima grande occasione di rilancio dopo l'epidemia di coronavirus, tanto per gli Emirati che per i Paesi partecipanti. Durante l'ultima riunione tra l'Ufficio internazionale di Parigi e lo steering committee, che si è svolta la scorsa settimana, è stato ribadito che la marcia verso l'Esposizione Universale per ora non si ferma, in attesa di vedere come si evolve la situazione. Almeno fino al prossimo incontro tra gli organizzatori, previsto di nuovo tra qualche settimana.
Elisabetta Norzi