Covid, Merck pronta a chiedere autorizzazione per pillola antivirale "molnupiravir"
In Italia la cura è stata sperimentata al San Martino di Genova
È già iniziata la produzione dell'antivirale contro il Covid-19 dell'azienda farmaceutica Merck (conosciuta come MSD in Italia) che chiederà "il più presto possibile" la richiesta di autorizzazione di emergenza alla Food and Drug Administration, l'ente regolatorio statunitense. Si tratta di un farmaco che può essere assunto facilmente da casa, come qualsiasi altra pillola. A parlare di "risultati promettenti da valutare con attenzione" è il direttore della Prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza. Il nuovo antivirale orale molnupiravir agisce inibendo la replicazione di molti virus (tra i quali Sars- CoV-2) e funziona inserendosi nell'Rna virale e causando mutazioni nel virus che determinano una "catastrofe dell'errore virale”.
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Lo studio di fase III (analisi ad interim) condotto su 750 persone ha mostrato che può ridurre del 50% il rischio di ospedalizzazione o morte in pazienti adulti a rischio e che presentavano Covid-19 in forma lieve o moderata, se somministrato nelle fasi iniziali dell'infezione. In base ai risultati, annunciati da Merck (Msd) insieme al partner Ridgeback Botherapeutics, infatti, il 7,3% dei pazienti che hanno ricevuto molnupiravir sono stati ricoverati o sono deceduti entro il 29esimo giorno, a fronte di un 14,1% che si è osservato in pazienti trattati con placebo. Oltre a non provocare particolari effetti avversi, ha dimostrato un'importate efficacia contro le varianti virali Gamma, Delta e Mu.
L'azienda farmaceutica intende richiedere un'autorizzazione all'immissione in commercio non solo negli Stati Uniti ma anche ad altre agenzie regolatorie a livello mondiale. La fiducia in un iter dall'esito positivo e rapido ha portato Merck a iniziare la produzione del farmaco prima ancora di ottenere i risultati dello studio, assumendosi interamente il rischio.
"I risultati sono promettenti, dobbiamo vederli con attenzione. Perché abbiamo bisogno anche di antivirali", ha commentato Gianni Rezza. "Abbiamo già disponibili vaccini e anticorpi monoclonali, ma mancano ancora antivirali. Non è facile mettere a punto un antivirale per un virus che, diversamente da altri, si replica velocemente e da malattia estremamente acuta", ma averlo "permetterebbe di disporre di un portafoglio di strumenti che ci rendano in grado di combattere" un virus che "si sta endemizzando". Ma, ha ricordato Rezza, "ci sono diversi farmaci antivirali allo studio in fase tre".
La pillola antivirale prodotta da Merck, "potrebbe davvero rappresentare un punto di svolta nella lotta al Covid" e "se somministrato nella prima fase della malattia potrebbe ridurre l'ospedalizzazione", afferma Giovanni Maga, direttore dell'Istituto di genetica molecolare del Cnr di Pavia, all'agenzia Agi. "E' un'antivirale in senso stretto, diversamente da altri tre farmaci appena approvati da Aifa che regolano la risposta anti-infiammatoria", spiega Maga, secondo cui "al momento il profilo di sicurezza è molto buono".
"Dalla analisi dei dati revisionati in Interim Analysis 4, è emersa una chiara validità del farmaco di studio nel ridurre i casi di ospedalizzazione e/o morte del circa 50%". Lo scrive su Facebook il direttore della clinica di malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova, Matteo Bassetti. "Al San Martino siamo stati il primo e unico centro italiano che ha arruolato un paziente nello studio. A breve - conclude l'infettivologo genovese - avremo quindi una nuova opportunità per trattare a casa i pazienti con il Covid. Viva la ricerca e la scienza".
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