Crisi ucraina: dopo lo stop di Mosca all'accordo sul grano cresce la tensione nel Mar Nero

Sui vari fronti situazione fluida. Gli ucraini avanzano nel settore di Bakhmut; ma i russi avrebbero ripreso l'iniziativa in alcune aree più a nord

Dopo Kiev, Mosca e Washington, rumors di una possibile tappa a Pechino per l'inviato del Papa per la pace in Ucraina. Obiettivo apparentemente proibitivo; ma è la pazienza il tratto distintivo della missione del Cardinale Zuppi. E la speranza che iniziative umanitarie possano aprire la strada al dialogo. Assordante, però, in questa fase, la voce delle armi. Sarà forse l'esito della controffensiva ucraina a decidere modalità e tempistiche di un eventuale tavolo negoziale. Pur essendo di difficile lettura la situazione sul campo. Poche novità sul fronte sud, dove i russi avevano apprestato poderose linee fortificate. L'epicentro degli scontri torna dunque ad essere il Donbass; sanguinoso deja vu. Kiev rivendica avanzamenti a sud di Bakhmut; dove la conquista di ogni piccola altura può comportare perdite enormi. I russi a loro volta avrebbero ripreso l'iniziativa nelle aree forestali fra le regioni di Luhansk e Kharkiv, ammassando truppe e mezzi s'assalto. Se si tratti dei prodromi di un attacco di vasta portata, o di una semplice operazione di alleggerimento, sarà il tempo a dirlo.

Al contempo Mosca pare in affanno nel parare gli attacchi ucraini, dal mare e dal cielo, alla Crimea: estrema linea rossa per il Cremlino. In rapida successione il danneggiamento del Ponte Ponte di Kerch e l'esplosione di un deposito di munizioni; oltre all'insidia rappresentata dai droni. Segnalata oggi la morte di un'adolescente nel nord-ovest della penisola. Una vittima civile, e diversi feriti, anche a seguito della nuova ondata di strike russi sulle città portuali di Odessa e Mykolaiv. Dopo lo stop all'accordo sul grano, insomma, è come se si volesse precludere ogni possibilità di una sua futura riattivazione. E sale il livello dello scontro, anche sul piano della comunicazione. Con annunci speculari di Mosca e Kiev: ogni nave che solcherà il Mar Nero diretta verso i porti del nemico sarà considerata un potenziale vettore di carichi militari. E dunque un possibile target, l'ovvio sottotesto.

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