Crisi ucraina: timidi segnali di de-escalation, in giornata; ma la tensione resta alta
Oggi le visite del cancelliere tedesco Scholz a Kiev e Mosca. La Segreteria Esteri del Titano fa sapere come non risultino sammarinesi residenti ufficialmente in Ucraina
Nonostante il consueto rumore di fondo, fatto di dichiarazioni bellicose e allarmi, non sono mancati oggi timidi segnali di un “raffreddamento” della crisi. Innanzitutto da Mosca, con il Ministro della Difesa che ha annunciato come una parte delle esercitazioni militari si stia concludendo. Nelle stesse ore Lavrov, parlando con Putin, riferiva di chance di trovare un accordo con l'Occidente; anche se il Presidente russo è tornato a puntare il dito contro l'espansione della NATO verso est, “infinita – ha detto –, e molto pericolosa”. Da registrare, sul punto, una frase significativa di Olaf Scholz, forse la notizia più importante della giornata. Durante l'incontro a Kiev con il Presidente Zelensky, infatti, il cancelliere tedesco – al netto del solito refrain sulle “sanzioni su vasta scala” in caso di aggressione russa – ha detto chiaramente che l'ingresso di Kiev nell'Alleanza Atlantica, attualmente, non è in agenda.
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E poi un altro elemento: una fonte qualificata dell'UE non esclude che un attacco già dopodomani della Russia – come ipotizzato dall'intelligence statunitense – possa essere in realtà un bluff del Cremlino; che dal canto suo ha sempre negato tale eventualità: si tratterebbe, del resto – concordano vari analisti –, di un suicidio a livello economico e geopolitico, venendo compromessa la partnership energetica con l'Europa. Pesanti, anche oggi, le ripercussioni della crisi sui mercati; inevitabili le conseguenze sul caro energia. Ma a pagare il prezzo più alto, al momento, sembra essere la stessa Ucraina, che assiste al disimpegno di militari e personale diplomatico dei propri partner internazionali; mentre è in atto una fuga di capitali che rischia di fiaccare ulteriormente un'economia già fragile. Tutto ciò mentre il Pentagono continua a parlare di ulteriori rafforzamenti del dispositivo militare russo ai confini. Già diversi Stati, fra i quali l'Italia, hanno invitato i propri connazionali a lasciare il Paese. Nessun messaggio di questo tipo, invece, dalla Segreteria Esteri del Titano; anche perché non risultano sammarinesi residenti ufficialmente in Ucraina.
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