Nessun dubbio, ormai, sul fatto che si sia trattato di un atto deliberato. E' la stessa Unione Europea a riconoscerlo; difficile, del resto, attribuire al caso 3 devastanti danneggiamenti contemporanei. Si limita per il momento ad esprimere “profonda preoccupazione” l'Alto Commissario Borrell, sollecitando un'indagine. Ma ci vorrà del tempo, almeno una settimana, vista l'entità della fuoriuscita; prevedibile anche un significativo impatto ambientale. Poi quello economico; con una nuova impennata del prezzo del gas.
Ma sono i risvolti geopolitici di questa vicenda – oggettivamente molto grave – da monitorare con attenzione; posto che i flussi del Nord Stream 1 erano stati interrotti a tempo indefinito a inizio settembre, mentre la linea gemella non è mai entrata in funzione. Dal blocco occidentale accuse a Mosca di sabotaggio; Kiev ha parlato di “attacco terroristico pianificato”. Vi sono tuttavia una serie di aspetti da considerare. I gasdotti diretti verso la Germania sono il principale asset strategico del Cremlino per esercitare pressioni sul vecchio Continente; c'è chi si domanda allora per quale motivo siano stati gravemente danneggiati, quando sarebbe stato sufficiente – come fatto fino ad ora - “chiudere i rubinetti”.
Poi il fattore temporale: le esplosioni sono avvenute poco prima dell'inaugurazione del “Baltic Pipe”, che da ottobre trasporterà il gas norvegese a Danimarca e Polonia. Ha fatto inoltre discutere, sui social, il tweet dell'ex Ministro agli Esteri di Varsavia – ora parlamentare europeo – Radoslaw Sikorski, che ha postato una foto dell'acqua che ribolle scrivendo “grazie Stati Uniti”.
La Russia si dice pronta ad una indagine congiunta sulle cause dell'incidente. Ma fino ad ora non vi sono state richieste dai Paesi europei, ha sottolineato il viceministro degli Esteri. L'UE intanto continua a stigmatizzare i “referenda” - definiti “illegali” - tenutisi nelle 4 regioni occupate dell'Ucraina; i risultati sono stati “falsificati”, è stato sottolineato. Prevedibile ora un processo di annessione a tappe forzate, da parte di Mosca; vista anche la continua pressione delle forze armate di Kiev, che continuano ad avere l'iniziativa sui vari fronti. “Ora passiamo a una nuova fase di combattimenti come parte della Federazione Russa”, ha dichiarato dal canto suo il capo dell'autoproclamata repubblica di Donetsk.