A un anno dall'attacco di Hamas verso Israele e dall'inizio della guerra in Medio Oriente, quale sarà la strategia per il dopoguerra? E quale il ruolo della Cina? Lo abbiamo chiesto a Dario Fabbri, giornalista e analista geopolitico.
"La strategia del dopoguerra non è chiara - spiega Fabbri - ammesso che vi sia in questo momento. Conosciamo soltanto l'approccio della guerra e, in questa fase, come sappiamo, Israele ha esteso il conflitto, l'ha portato anche nel Libano per ricostituire quella profondità difensiva che ha perso a nord. Con la contro offensiva drammatica e sproporzionata a Gaza - sebbene non l'abbia voluta Israele - il Paese si è garantito nuovo spazio di manovra verso sud, ma l'ha perso al confine settentrionale visto che, dal 7 ottobre di un anno fa, Hezbollah aveva cominciato a lanciare missili sul territorio e 70mila israeliani sono stati sfollati".
"Proprio per impedire che questo accada ancora - prosegue l'analista - Israele ha iniziato incursioni in territorio libanese per distruggere le postazioni di Hezbollah. Ma non è dato sapere quale possa essere il dopoguerra, al momento, ammesso che sia nella testa del governo israeliano":
E la Cina? Pechino, spiega, "guarda questa guerra come un conflitto in cui può, da un lato, ergersi ad 'adulto nella stanza': fa l'attore responsabile - non è ingerente, tantomeno militarmente, negli affari degli altri - a differenza ad esempio dell'occidente o degli Stati Uniti. Dall'altro lato, spera che proprio la guerra in Medio Oriente possa distrarre gli americani e allontanarli dall'Indo Pacifico. Quindi, si muove su più tavoli sostenendo diplomaticamente e anche economicamente l'Iran, ma mantenendo anche eccellenti rapporti con Israele".
Dario Fabbri tornerà su San Marino RTV il 15 ottobre, insieme a Gianmarco Morosini, nel programma di geopolitica 'Il Grande Gioco'.
Nel video l'intervista a Dario Fabbri (giornalista e analista geopolitico)