
Poco prima dell'alba sono scattati i nuovi dazi aggiuntivi del 10% imposti dagli Stati Uniti su gran parte delle importazioni. Borse mondiali a picco ieri prima della chiusura per il weekend: un breve respiro che tuttavia rischia di trasformarsi in tempesta alla riapertura di lunedì. La risposta della Cina non si è fatta attendere: controdazi del 34% sui prodotti americani, in vigore dal 10 aprile. La britannica Jaguar Land Rover ha intanto deciso di bloccare le esportazioni negli Usa anche se nell'ultimo anno l'export in nord america si era attestato al 25% delle vendite totali.
Donald Trump nel frattempo rimprovera sul suo social “Truth” il Governatore della Fed, la banca centrale degli Stati Uniti, e gli intima di smettere di fare politica: ieri Jerome Powell aveva dichiarato che “L’impatto dei dazi è più ampio del previsto”. Il presidente Usa intanto li difende sostenendo che la sua "rivoluzione economica" darà risultati storici per gli americani, ai quali chiede di resistere.
Elon Musk, intanto, in videocollegamento al Congresso della Lega, ha auspicato una partnership più stretta tra Usa ed Ue, azzerando i dazi verso una zona di libero scambio ma Bankitalia rivede al ribasso le stime di crescita per il triennio 2025-2027 e la premier Meloni ha convocato per lunedì un vertice d’emergenza con i ministri economici ipotizzando, a livello europeo, anche la sospensione del Green Deal. L'effetto domino dei dazi di Trump produrrà a cascata impatti anche a livello locale sui territori e il sindaco di Rimini, Jamil Sadegholvaad, non nasconde preoccupazione: “Molte imprese della provincia di Rimini – dichiara – e dell'Emilia Romagna lavorano con gli Stati Uniti e quindi il tema dei dazi preoccupa e rischia di danneggiare gravemente il commercio mondiale.
E' una logica che molti considerano fallimentare. Sono certo che comunque le imprese sapranno attrezzarsi e l'auspicio è che la politica a livello nazionale sappia fare valere le ragioni del nostro Paese delle nostre aziende”. San Marino, intanto, è finito nella lista dei paesi con dazi Usa più leggeri, al 10% ma – come dichiarato dal Segretario agli Esteri Luca Beccari e dal Segretario all'Industria Rossano Fabbri – si temono le ripercussioni dei dazi al 20%, imposti all'Italia e all'Europa e cioè i mercati di riferimento della Repubblica, mentre l'export diretto verso gli Usa nel 2024 è stato appena di 54 milioni, pari all'1,5% su un totale di 3,6 miliardi.