Dubai: dal Burji Khalifa, "Stay Home"
Di notte viene proiettato anche sul Burji Khalifa, il grattacielo più alto del mondo, simbolo di Dubai: Stay Home. Anche gli Emirati Arabi si sono fermati ed è partita la campagna del Governo che invita i cittadini a non uscire di casa. Intanto i numeri dei contagi hanno cominciato a salire ad un ritmo di 70-80 al giorno, mentre in tutto il Medio Oriente hanno superato i 30000.
La polizia gira per la città e volano nel cielo droni per controllare che nessuno frequenti spiagge o parchi. I negozi di beni non essenziali sono chiusi, si può viaggiare in massimo tre per automobile, tutti i voli in entrata e in uscita dal Paese sono sospesi. Pene severe per chi non si attiene alle restrizioni: fino a 12mila euro di multa, fino a cinque anni di carcere per chi non rispetta la quarantena e almeno uno per chi diffonde sui Social Media notizie non ufficiali.
Ma in città la preoccupazione maggiore riguarda ora i migrant workers, come vengono chiamati gli operai edili impegnati nelle costruzioni, in questo momento soprattutto del sito di Expo, e la manodopera meno qualifica proveniente dal Sud Est Asiatico: è questa la fascia della popolazione più numerosa di Dubai, che vive in quartieri sovraffollati. Condizioni che, inevitabilmente, farebbero diffondere il virus ad una velocità molto elevata.
Il Governo ha reso noto che sta lavorando su due fronti, seguendo la strada di quanto fatto, efficacemente, in Corea del Sud, a Singapore o ad Hong Kong: tracciare con precisione i contatti di ogni singolo paziente malato, il più possibile gli spostamenti dei cittadini – da tre giorni, in alcuni orari, occorre registrare il proprio numero di telefono su un sito web per comunicare i propri movimenti - e aumentare il numero di tamponi; nelle prossime settimane verrà introdotta anche una nuova tecnologia che potrà verificare, in soli 20 minuti, la positività o meno al coronavirus.
Nel frattempo la città si riorganizza, per minimizzare l'impatto sull'economia, che per molti qui si traduce in perdita immediata del lavoro, senza alcuna tutela. Lo Smart working sta diventando una necessità, la Dubai Art, la fiera d'arte più importante della regione, va online, i negozi all'interno dei Mall aprono le loro vetrine virtuali sulle piattaforme di e-commerce. E nascono anche nuove App, come “Day for Dubai”, che invita ogni cittadino a dedicare almeno una giornata a chi ne ha bisogno, per aumentare la coesione sociale e la resilienza collettiva.