CRISI

Ecuador: ucciso il candidato alle presidenziali Villavicencio. Dichiarato lo stato d'emergenza

Mancano 10 giorni alle elezioni in Ecuador e i candidati arringano i loro sostenitori negli ultimi comizi. Ed è proprio mentre saliva in auto per lasciare la sua manifestazione a Quito che ieri sera avrebbe trovato la morte, colpito da tre colpi di pistola, Fernando Villavicencio, giornalista e politico di 59 anni, noto oppositore di cartelli criminali e corruzione, nonché delfino del presidente Guillermo Lasso. Un colpo anche al cuore del Paese, da qui la decisione di dichiarare lo stato d'emergenza. “E il secondo decreto che dichiara lo stato di emergenza per 60 giorni – afferma Lasso –. Le Forze Armate, a partire da questo momento, sono mobilitate su tutto il territorio nazionale per garantire la sicurezza dei cittadini”. Pronto il sostegno degli Usa, che offrono la loro assistenza. Sei persone sono state arrestate per l'omicidio, secondo i rapporti, e uno dei sospettati è morto dopo uno scontro a fuoco con gli agenti. Ma a rivendicare la responsabilità dell'assassinio, in un video pubblicato in rete, è Los Lobos, la seconda banda criminale dell'Ecuador con oltre 8mila membri. Circondato da un gruppo con pistole e passamontagna, un portavoce della banda a nome – dice – dei “massimi capi”, lo afferma e minaccia i politici da loro corrotti: “Succederà di nuovo se non manterrete le promesse”. E poi il riferimento a un altro candidato alla presidenza Jan Topic. La violenza di queste parole e la morte di Villavicencio testimoniano dunque la crescente crisi di sicurezza nel Paese, provocata dalla presenza sempre più forte dei cartelli della droga.

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