Elezioni: astensionismo record in Romania e Venezuela
In testa, alle legislative rumene, il PSD; ma i liberali appaiono favoriti per la formazione di un nuovo Governo. In Venezuela vince il partito di Maduro, ma gran parte delle Opposizioni avevano boicottato la tornata
Nonostante si votasse in due Paesi agli antipodi - e non solo a livello geografico -, curiosamente il dato dell'affluenza è stato il medesimo: uno sconfortante 31%. Astensionismo record, insomma, in Romania e in Venezuela, dove si era chiamati alle urne per il rinnovo dell'Assemblea Nazionale: principale organo legislativo del Paese, l'ultimo ancora controllato dall'Opposizione, essendo guidato da Juan Guaidò, autoproclamatosi Presidente ad interim.
(adsbygoogle = window.adsbygoogle || []).push({});
Una vittoria, quella del Partito Socialista Unito del leader bolivariano Maduro – con quasi il 68% delle preferenze -, data per scontata. Anche perché gran parte dei partiti di opposizione avevano deciso di boicottare la tornata, definendola “una truffa”. Maduro, dal canto suo, ha proposto a tutte le forze politiche, anche a quelle che non hanno partecipato alle elezioni, di partecipare ad un “dialogo nazionale” per chiedere al nuovo Presidente statunitense, Biden, la fine delle sanzioni. Di certo, però, c'è il muro dell'attuale Segretario di Stato Pompeo, che già ieri aveva definito il voto “una frode e una farsa”.
Meno definita – politicamente - la situazione in Romania. A dispetto dei sondaggi, infatti, il Partito Socialdemocratico – all'opposizione, su posizioni definite da alcuni sovraniste – ha ottenuto la maggioranza relativa, con quasi il 30% delle preferenze. Indietro di 5 punti – a scrutinio quasi ultimato - i liberali europeisti del Premier Ludovic Orban, che appaiono tuttavia favoriti per la formazione di un nuovo governo, essendo il PSD sostanzialmente tagliato fuori dal gioco delle alleanze. Evidente – tuttavia - la disillusione dei cittadini, che hanno disertato in massa queste legislative. Ad incidere anche le preoccupazioni legate alla pandemia, che ha colpito duramente questo Paese: il più grande dei Balcani, membro di UE e NATO, e dunque di rilevanza geopolitica non secondaria nello scenario europeo.