Elezioni USA: cresce esponenzialmente la pressione dei Dem su Biden affinché si ritiri dalla corsa
Nelle scorse ore l'accettazione formale di Trump della nomination repubblicana; intervento a tutto campo, in chiusura di convention. Annunciati radicali cambi di postura in politica estera
Previsto dai più a giorni, se non a ore, il passo indietro di Biden. Costretto dal Covid alla quarantena nel Delaware; impotente, di fronte allo sgretolarsi del sostegno dei suoi, e a proiezioni elettorali da incubo. La sua stessa famiglia avrebbe iniziato a ragionare su un ritiro onorevole. Indiscrezioni subito smentite. Ma non è di certo un segreto come in seno al partito si stia da tempo riflettendo su scenari alternativi. Seppure la sfida appaia improba – per Kamala Harris, o chi per lei – di fronte ad un Trump padrone della scena, dopo l'attentato che poteva ucciderlo.
Nell'atto finale della convention repubblicana l'accettazione formale della nomination. Epilogo di un intervento a tutto campo: dalla tolleranza zero contro l'immigrazione illegale alla promessa di tagli delle tasse. Tanto lanciato, il tycoon, da permettersi il lusso di ignorare lo psicodramma in casa Dem.
In un passaggio si è proposto piuttosto come novello padre della patria. Si sente insomma già alla Casa Bianca il miliardario newyorkese; annunciando radicali cambi di postura in politica estera e la volontà di spegnere quanto prima i conflitti in corso, a partire da quello in Ucraina.
Programmata una telefonata con Zelensky. Quanto a Mosca pare già concentrata sull'assicurarsi quante più leve negoziali. Oggi la condanna a 16 anni per il giornalista americano Gershkovich, accusato di spionaggio. Da verificare poi l'eventuale impatto della linea Trump, in caso di vittoria, sul dossier mediorientale.
Già nelle scorse ore moniti perentori ad Hamas sulla questione degli ostaggi. Ma in quell'area del Mondo il caos pare ormai destinato ad autoalimentarsi. Un drone è precipitato sul centro di Tel Aviv - a pochi metri dall'ambasciata statunitense – uccidendo un uomo e ferendo altre persone.
Attacco rivendicato dagli Houthi yemeniti; che peraltro ciclicamente continuano a colpire il traffico navale nel Mar Rosso. Uno choc, comunque, per le autorità israeliane; che hanno subito puntato il dito contro l'Iran. In questo quadro la presa di posizione della Corte internazionale di giustizia dell'ONU, che ha definito “illegale” l'occupazione dei Territori palestinesi; ponendo l'accento sulla necessità di “evacuare tutti i coloni”. Tranchant la replica di Netanyahu: “il popolo ebraico – ha detto – non è conquistatore nella propria terra”.
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