ESTERI

Elezioni USA: ovazioni a Milwaukee per Trump; che incassa l'endorsement anche della ex rivale Haley

Il possibile secondo mandato del miliardario newyorkese potrebbe portare a significativi riposizionamenti sul piano internazionale. Alta tensione tra Mosca e NATO sul dossier ucraino

Stando ad un recente sondaggio l'80% degli americani teme che il Paese possa “piombare nel caos”. Non poteva che lasciare il segno ciò che è accaduto a Butler; le pesanti falle di sicurezza che hanno permesso ad un ragazzo qualunque di far fuoco sul candidato repubblicano. Un colpo anche alle chance di rielezione di Biden, quello sparato da Thomas Crooks. Il Presidente ha ripreso la campagna da Las Vegas; con l'obiettivo di sopravvivere politicamente ad un luglio disastroso. Partendo da una complessa quadratura del cerchio: tener fede al proprio stesso appello di abbassare i toni, e insistere con gli attacchi al rivale. Scesa di tono – per il resto – la polemica tutta interna ai Dem sull'ipotesi di un suo passo indietro. Come vi fosse una diffusa rassegnazione.

Pare invece avere un'autostrada davanti Donald Trump; dato dalle rilevazioni in vantaggio in tutti i maggiori “swing state”, ed acclamato anche dai suoi ex rivali alla convention di Milwaukee. Non scontato il pieno appoggio di Nikki Haley; nonostante le distanze siderali fra i due, ad esempio in politica estera. In sintonia invece il neo-nominato vice J.D. Vance; che ha previsto, in caso di vittoria di Trump, una rapida mediazione per porre fine alla guerra in Ucraina.

Come in una sorta di “effetto farfalla” l'apertura di Zelensky, nei giorni scorsi, ad una partecipazione russa al prossimo vertice di pace. Cauto, dall'altra parte, il Cremlino. “Sotto Trump non è stato fatto nulla di particolarmente buono per la Russia”, ha osservato Peskov. Affidato invece ai toni estremi di Medvedev il warning all'Occidente riguardo l'annunciato percorso irreversibile” di adesione dell'Ucraina alla NATO. Una dichiarazione di guerra “differita”, ha tuonato.

Sul terreno l'ormai consueta pressione di Mosca specie nel Donbass; con l'obiettivo – pare – non tanto di guadagnare terreno, quanto di logorare il più possibile le forze del Paese aggredito. Unici segnali positivi i periodici scambi di prigionieri: 95 per parte, nelle scorse ore.

Per il resto paiono due i fattori cruciali del conflitto: il tempo, e l'esito della sfida per la Casa Bianca. Sulla quale resta alto il rischio di nuove violenze. Uccisa, a Milwaukee, una persona armata di coltelli; vicenda che pare tuttavia non avesse connessioni con il meeting repubblicano. I media avevano anche parlato di un “complotto iraniano” per assassinare Trump; ricordando l'annunciata vendetta dopo l'operazione che portò all'uccisione di Soleimani. “Obiettivi politici maligni dietro tali affermazioni”, ha replicato seccamente Teheran; dicendosi piuttosto determinata a condurre un'azione giudiziaria contro l'ex Presidente, per il ruolo che ebbe nell'eliminazione dell'allora comandante della Forza Quds dei Pasdaran.

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