CORRISPONDENZA NORZI

Emirati Arabi: vaccino Sinopharm per i bimbi dai 3 anni in su

La corrispondenza di Elisabetta Norzi

Gli Emirati Arabi hanno approvato l'uso del vaccino cinese Sinopharm per i bambini dai 3 anni in su. Dopo la fase di studio clinico dei mesi scorsi, condotta su 900 piccoli volontari di età compresa tra 3 e 17, e di diverse nazionalità, cominciano ora le vaccinazioni anche per questa fascia della popolazione. Fino ad oggi, negli Emirati era disponibile il vaccino Pfizer a partire dai 12 anni.

Il Paese è il primo a proporre la vaccinazione ai bimbi così piccoli, dopo la Cina, che utilizza il siero della Sinovac. Il Governo ha ringraziato le famiglie che hanno partecipato allo studio per monitorare l'efficacia e gli effetti collaterali delle due dosi, definendo i bimbi eroi e sottolineando che la decisione potrà intensificare ulteriormente la lotta contro la pandemia. Tra i ragazzini che hanno partecipato, ci sono stati anche alcuni membri della famiglia reale di Abu Dhabi.

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Al momento la decisione di approvare il vaccino per i bimbi, non ha implicazioni sulla possibilità di frequentare o meno la scuola. Solo l'emirato di Abu Dhabi ha limitato il ritorno sui banchi ai ragazzi dai 16 anni in su e al personale scolastico se non sono completamente vaccinati. A Dubai, invece, le autorità non richiedono a nessuno studente l'obbligo del vaccino, ma un tampone negativo per chi ha viaggiato all'estero prima che la scuola cominci, alla fine di agosto.

Intanto il Dipartimento della salute ha chiarito meglio le disposizioni per la terza dose: chi ha concluso il ciclo vaccinale da almeno sei mesi può ricevere un booster con Sinopharm o con Pfizer; sono sufficienti tre mesi dalla seconda dose, invece, per le persone ad alto rischio. E si prosegue anche sul versante delle cure: le cellule monoclonali Sotrovimab, definito farmaco salvavita e autorizzato negli Emirati alla fine di giugno, è già stato utilizzato su oltre 13000 pazienti: nel 99% dei casi, i malati si sono ripresi completamente in appena 14 giorni e solo il 20% ha avuto bisogno di cure ospedaliere.

Elisabetta Norzi

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