Emirati- Israele: il 15 settembre la firma ufficiale dell'accordo Abraham
Sarà il Ministro degli esteri e della cooperazione internazionale, lo sceicco Abdullah bin Zayed al-Nahyan, a guidare la delegazione che dopodomani, il 15 settembre, firmerà a Washington l'accordo di pace tra gli Emirati Arabi ed Israele, insieme al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. In cambio della normalizzazione dei rapporti, lo Stato ebraico si è impegnato a sospendere l’annessione dei territori palestinesi della Cisgiordania. E anche se la pace, ha nuovamente ribadito il Governo emiratino, non verrà mai a scapito del sostegno alla soluzione a due Stati con Gerusalemme Est capitale, sulla base dei confini precedenti alla Guerra dei sei giorni, la grande assente, sui media locali, continua ad essere la voce dei palestinesi, qui rappresentati da una comunità molto numerosa.
E proprio mercoledì scorso, in occasione dell'incontro virtuale tra i ministri degli esteri dei 22 Paesi della Lega Araba, è stata respinta la bozza di risoluzione presentata dai gruppi palestinesi che condanna l'accordo Abraham tra Tel Aviv ed Abu Dhabi. Secondo il consigliere della Casa Bianca, Jared Kushner, la “pazienza dei Paesi filo-palestinesi” si sarebbe esaurita e dopo gli Emirati, terza nazione araba nella storia ad aver raggiunto un accordo con Israele, oltre a Giordania ed Egitto, è stato annunciato che anche il Bahrein è pronto a normalizzare le relazioni diplomatiche con lo Stato ebraico.
Intanto Abu Dhabi ha abolito la legge che prevedeva il boicottaggio economico verso Tel Aviv: sarà dunque consentito, appena siglato ufficialmente l'accordo, importare e commerciare prodotti israeliani di ogni tipo e stipulare accordi con società in Israele. Secondo le prime stime, il commercio annuale tra i due Paesi potrebbe raggiungere i 4 miliardi di dollari all'anno. Le aree di interesse principali saranno la cooperazione nei campi dell'energia, della difesa, della medicina, del turismo, della tecnologia e della finanza. Bank Hapoalim, una delle principali banche israeliane, ha fatto sapere che prevede di iniziare a lavorare con quelle emiratine immediatamente dopo la firma di Washington, mentre sarà la società emiratina di tecnologia Group 42, la stessa impegnata nello studio di fase tre contro il Covid-19, la prima ad aprire una sede in Israele.