ESTERI

Emirati-Israele: tre miliardi di dollari per il fondo Abraham

La corrispondenza settimanale di Elisabetta Norzi

Un fondo di investimento da oltre tre miliardi di dollari guidato dal settore privato. E' il primo concreto risvolto dell'Accordo Abraham, che normalizza i rapporti tra Emirati Arabi ed Israele. Istituito insieme all'International Development Finance Corporation americana, l'Abraham Fund prevede l'apertura di un ufficio, a Gerusalemme, con il compito di avviare progetti "ad alto impatto sullo sviluppo", come hanno sottolineato i ministri emiratini. 
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Secondo l'agenzia di stampa locale WAM, il fondo dovrebbe rafforzare soprattutto il commercio regionale e creare nuovi grandi progetti infrastrutturali. E una importante notizia è già stata anticipata: Abu Dhabi e Tel Aviv hanno firmato un accordo preliminare per rendere più semplice il trasporto di petrolio dagli Emirati all’Europa, rilanciando il gasdotto che passa dalla città israeliana di Elat, sul Mar Rosso, e arriva sulla costa mediterranea, ad Ashkelon, bypassando quindi il Canale di Suez. Verrà inoltre firmato un accordo sulla doppia imposizione e sarà possibile spostarsi tra i due Paesi senza bisogno di visto.

Una spinta, dunque, per rafforzare le economie delle due nazioni che con questa seconda ondata di Covid-19, continuano ad essere messe a dura prova. Il Fondo Monetario Internazionale, nel suo ultimo rapporto World Economic Outlook, ha rivisto al ribasso le stime di crescita anche nei Paesi del Golfo: gli Emirati registreranno un meno 6.6% nel 2020, con una crescita del PIL reale dell'1,3% nel 2021.

Intanto il Dipartimento del Turismo di Dubai ha lanciato una nuova campagna di marketing, "Live your story", vivi la tua storia, nel tentativo di riposizionare la città nel modo: non solo grattacieli futuristici, ma anche destinazione che celebri le culture di 200 nazionalità diverse. Compresa quella ebraica: il primo ristorante kasher ha già aperto a Dubai, all'interno del grattacielo più alto del mondo, il Burji Khalifa, mentre sarà l'iconico Emirates Palace Hotel di Abu Dhabi a servire pasti che rispettino le leggi alimentari ebraiche nella capitale emiratina.

Helal Saeed Al Marri, Direttore generale del Dipartimento del Turismo di Dubai, rassicura: "le cicatrici dell'industria del turismo causate dalla pandemia non impiegheranno molto a guarire".

Elisabetta Norzi

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