Esplosioni Beirut: si aggrava il bilancio delle vittime. Giallo sulla causa delle deflagrazioni
Dalla Segreteria di Stato Esteri di San Marino un comunicato per esprimere vicinanza al Governo e al popolo libanese
Fra i messaggi di cordoglio e solidarietà, inviati in queste ore, anche quello della Segreteria Esteri di San Marino. Che in un comunicato esprime al Governo e al popolo libanese “vicinanza e fraterna partecipazione per i tragici eventi” di ieri. Due esplosioni devastanti, avvertite anche a 240 chilometri di distanza, nell'isola di Cipro, dove si era pensato ad un terremoto. Apocalittico, oggi, lo scenario nella zona del porto di Beirut. Il bilancio di quanto avvenuto parla al momento di oltre 100 morti e 4.000 feriti, fra i quali un militare italiano.
(adsbygoogle = window.adsbygoogle || []).push({});
Ma la conta delle vittime è destinata inevitabilmente a salire, a giudicare dalle immagini delle deflagrazioni. Qualcosa di paragonabile al potere distruttivo di un'arma nucleare tattica. La BBC parla anche di 100 dispersi; dal ministro della salute libanese l'invito, a chiunque possa, a lasciare la città, a causa delle esalazioni tossiche. Si è scoperto infatti che nella zona del disastro erano stoccate, in un magazzino, 2.750 tonnellate di nitrato di ammonio, sequestrate nel 2013 da una nave battente bandiera moldava. Una quantità enorme, conservata – forse – senza le dovute misure di sicurezza. Ipotesi in un qualche modo confermata dal Presidente libanese Aoun, che ha annunciato l'apertura di una inchiesta. Ma insieme a quella accidentale in molti ritengono possibile la pista dolosa. Le esplosioni a Beirut “assomigliano ad un terribile attentato”, ha dichiarato il Presidente statunitense Trump; subito smentito però da fonti del Pentagono. Di certo questa tragedia è avvenuta in un momento drammatico per il Libano: travolto da una grave una crisi economica; con tensioni militari crescenti, al confine; e in attesa della sentenza del processo sull'attentato costato la vita, nel 2005, all'ex Premier Hariri. Dallo Stato Ebraico la netta smentita di ogni voce circa un ipotetico coinvolgimento, e l'offerta di aiuti umanitari e medici. Ma fonti di Hezbollah, riferisce l'Adnkronos, attribuiscono ad un sabotaggio israeliano la responsabilità dell'accaduto; c'è del resto chi ritiene che, ad esplodere, potesse essere stato un deposito di armi del “Partito di Dio”. E non manca neppure chi punta il dito proprio contro Hezbollah, o le varie fazioni che infiammano la realtà libanese. In ogni caso questo 11 settembre del “Paese dei Cedri” avrà un impatto profondo sui fragili equilibri mediorientali.