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Europee, dopo i Paesi Bassi si aprono le urne in Repubblica Ceca e Irlanda per 12 milioni di elettori

7 giu 2024

Procedono a spron battuto le elezioni europee nell’Unione, il secondo scrutinio democratico più grande al mondo dopo l'India, con altri due Paesi membri che oggi hanno aperto le urne a un totale di circa 12 milioni di elettori. Dopo i Paesi Bassi che hanno inaugurato ieri  la tornata elettorale del 2024, Repubblica Ceca e Irlanda si sono messe in scia per la scelta di altri 35 membri del Parlamento Europeo nella decima legislatura. E in Irlanda il voto avrà un valore anche nazionale, considerato il fatto che si voterà parallelamente alle elezioni europee anche per quelle amministrative.

La Repubblica Ceca, insieme all'Italia, è l'unico Paese che vota su due giorni. Il vero election day sarà però domenica quando andranno ai seggi gli altri 20 Paesi dell'Ue tra questi Francia, Germania e Spagna. Gli exit poll nei Paesi Bassi, confermano il vantaggio della coalizione Laburisti-Verdi guidata da Frans Timmermans sull'estrema destra di Geert Wilders, leader del partito anti-Islam trionfatore alle politiche, passerebbe da 0 a 7 eurodeputati.

Ma non sarebbe primo, come pronosticato alla vigilia. I laburisti-verdi di Frans Timmermans (che già esulta) a quota 8.  "L'Europa è viva" ha detto l'ex vicepresidente della Commissione europea, padre del Green Deal.  L’Olanda ha di fatto inaugurato una sessione che in quattro giorni porterà ai seggi 370 milioni di persone, da Lisbona a Tallinn, chiamate ad eleggere 720 eurodeputati, per un mandato di cinque anni.   L'affluenza, secondo la stima diffusa da Ipsos, è stata del 47%, in aumento rispetto al 42% di cinque anni fa.  La partita resta aperta e l'esito si capirà soltanto domenica sera, con i dati reali dello scrutino di tutti i Ventisette. 

Tutti i Paesi membri devono usare un sistema elettorale proporzionale. Ciò significa che l’assegnazione dei seggi avviene in modo da assicurare alle diverse liste un numero di posti proporzionale ai voti ricevuti. L’Italia usa il voto di preferenza, che dà agli elettori la possibilità di indicare, nell’ambito della medesima lista, da una a tre preferenze, votando, nel caso di due o di tre preferenze, candidati di sesso diverso. Ai fini dell'elezione dei membri italiani al Parlamento europeo, le liste devono avere conseguito almeno il 4% dei voti validi espressi a livello nazionale. 






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