Fmi e Banca Mondiale, l'incertezza dell'economia globale tra guerra e pandemia
La corrispondenza da Washington di Marco Liconti (LA PRESSE)
Washington - Lo stato di incertezza dell'economia globale, alle prese con la crisi ucraina, dopo lo shock imposto dalla pandemia, è stato al centro delle discussioni e degli incontri che si sono succeduti a Washington durante la settimana di lavori del Fondo monetario internazionale e della Banca Mondiale. La combinazione di alti prezzi dell'energia, alta inflazione e stretta monetaria gettano un'ombra sulle prospettive di crescita. Secondo le stime dell'Fmi, la crescita globale nel 2023 si fermerà al 2,7 per cento, rispetto al 3,2 di quest'anno e il 6 percento del 2021. Si tratterebbe del dato di crescita più basso dal 2001, con l'eccezione degli anni della crisi finanziaria globale e della fase più acuta della pandemia. Per l'area euro, invece, le previsioni dell'Fmi per il prossimo anno si fermano allo 0,5 per cento. In questo contesto, di alta inflazione e prezzi della benzina che riprendono a salire dopo il taglio della produzione di petrolio deciso dall'Opec, in America ci si avvicina alle elezioni di midterm dell'8 novembre. Dall'esito del voto dipenderanno i successivi due anni dell'Amministrazione Biden. In questi giorni, il presidente, che il prossimo mese compirà 80 anni, si sta spendendo in un faticoso tour degli Stati Uniti, nel tentativo di convincere gli americani della bontà della sua politica economica, che può vantare un'occupazione record e una disoccupazione ai minimi storici. Eppure, stando ai sondaggi, anche se il gradimento di Biden è in crescita, è proprio il futuro dell'economia il tema che preoccupa di più gli americani, al pari degli elettori di ogni angolo del mondo. C'è solo un modo per rimettere sul binario giusto l'economia mondiale e scacciare lo spettro della recessione, ha detto la direttrice del Fondo monetario internazionale, Kristalina Georgieva: la Russia deve mettere fine alla guerra in Ucraina.
La corrispondenza da Washington di Marco Liconti (LA PRESSE)
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