Difficile, a questo punto, immaginare una “resa” dei lavoratori; talmente determinati a dire “no” al progetto di riforma previdenziale del Governo, da avere già sacrificato un mese di stipendio. Un conflitto sociale che entra di diritto nella storia francese, quello in corso; battuto, infatti, il precedente record di 28 giorni consecutivi di sciopero dei trasporti, nel periodo a cavallo tra l'86 e l'87. Durò poco più di 3 settimane, invece, nell'inverno del 1995, la mobilitazione contro il piano pensioni di Juppé, costretto infine a fare retromarcia. L'obiettivo dei sindacati è anche questa volta lo stesso. E la loro posizione – sostenuta da una parte importante dell'opinione pubblica, nonostante i gravi disagi dovuti alla protesta - non si è certo ammorbidita dopo il messaggio di fine anno di Macron. Il Presidente, infatti, se da una parte aveva esortato l'Esecutivo a trovare un “rapido compromesso”, dall'altra aveva ribadito la propria intenzione di “portare a termine” la riforma; basata sulla cancellazione dei 42 regimi speciali, attualmente vigenti, per una formula “universale” di pensione “a punti”, con l'”età di equilibrio” fissata a 64 anni. E mentre i negoziati restano su un binario morto, attualmente in Francia circola 1 treno ad alta velocità su 2, 1 intercity su 4, e 5 regionali su 10. La situazione si complicherà ulteriormente la prossima settimana, con la ripresa delle assemblee e delle manifestazioni. L'ultima, lo scorso 28 dicembre, aveva portato a Parigi – e in altre città del Paese - migliaia di persone, e ai cortei si erano uniti anche centinaia di “gilet gialli”: un incubo che ritorna per Macron, che – almeno su questo fronte – pensava che il peggio fosse passato. Registrati scontri e cariche della polizia.
Francia: ventinovesimo giorno consecutivo di sciopero dei trasporti; il più lungo della storia del Paese
Prosegue, in Francia, il muro contro muro fra Governo e sindacati sulle pensioni
2 gen 2020
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